Ci sono post che non sappiamo bene come iniziare, non sappiamo che strada prenderanno, non sappiamo quanto saranno lunghi (sicuramente troppo), sappiamo però che vanno scritti, anche se per tutti i motivi precedenti, rimandiamo da tempo.
Questo è uno di quelli. Dunque, coraggio, me lo dico da sola: Tiziana inizia.
Un nuovo corso. Il dipinto inizia con uno sfondo fatto di velature azzurre e verdi |
Da molto tempo, non so se lo avete notato, faccio cenni sui cambiamenti; ne parlo vagamente, sia qui nel blog, che tramite gli altri miei canali facebook e instagram.
Cambiare è un evento naturale; nella vita, ne attraversiamo continuamente di cambiamenti piccoli e grandi. Si cambia così come si cresce; cambiare è, non solo naturale, ma necessario per adattarci agli eventi e, anche, semplicemente come specie, per sopravvivere.
Allo stesso tempo siamo animali che si adattano spesso molto bene in situazioni che piano piano diventano comode, che magari abbiamo costruito con tempo e fatica creando qualcosa di non solo bello per noi, ma anche apprezzato dagli altri, da chi ha imparato a conoscerci e amarci in un certo modo.
Per questo, la sola idea di cambiare è una di quelle che spesso più spaventa.
Ma la vita è il più delle volte quello che succede nel tempo che passa, e dunque, nonostante ciò che abbiamo costruito, nonostante sia comodo e piacevole, accade che a un certo punto cominci a starci stretto, e a essere talmente liso qua e là da disfarsi, rompersi.
Questo è quello che mi è successo negli ultimi anni, come vita, e conseguentemente come lavoro - che nel mio caso è espressione principale di chi sono, cosa penso, come vivo.
Ho perso importanti, anzi fondamentali punti di riferimento, e, superando la boa dei cinquant'anni sono entrata in un'età in cui il corpo stesso comincia a cambiare: i capelli si riempiono di fili d'argento, il viso mostra i primi segni da scrutare con curiosità e affetto, e per quanto ancora agile, il corpo si stanca con più facilità e chiede tempi diversi.
Perde, in questa seconda età, per molti, per me sicuramente, importanza gran parte della nostra esteriorità, acquistandone tanto di più, e ogni giorno che passa sempre di più, il lato interiore. Diventiamo più essenziali, centrate - parlo sempre al femminile perché mi sento molto identificata col mio sesso. Cambia il modo di vestire, il modo di truccarsi - sempre se lo facevamo, e molto spesso, in questo caso, può capitare che si smetta del tutto.
Insomma, cambia molto del nostro modo di essere, molto di ciò che eravamo state fino a quel momento.
O almeno per me così è stato.
Sono, quasi involontariamente, quasi senza accorgermene, cambiata.
Così tanto che a volte stento a riconoscermi in vecchi scritti o, e qui arriviamo al punto principale di questo post, in vecchi disegni, dipinti, illustrazioni.
Li guardo, so che sono mie immagini e dunque emanazioni del mio essere, provo verso di loro affetto e gratitudine, ma non mi ci riconosco per come sono adesso. Non più.
Da ciò, è scaturito un primo lavoro di pulizia innanzitutto nel mio sito. Un lavoro di selezione, tutt'ora in corso, col quale sto lasciando solo quello che sento mi rappresenta ancora.
Sempre parlando della mia attività, che sta ormai girando la boa dei ventidue anni continuativi, tutto era iniziato, appunto ventidue anni fa, in modo un po' improvvisato e se vogliamo rocambolesco.
In poco tempo avevo lasciato un lavoro da dipendente, e mi ero ritrovata a intraprendere il sogno di una vita senza però avere alcuna nozione di come si costruisce un'attività professionale e senza che allora ci fossero figure capaci di seguirmi e supportarmi.
Non c'era ancora nemmeno internet, o almeno non era nella mia vita.
E quando poi, nel giro di qualche anno è arrivato e ha dato la vera svolta a tutta la mia attività, era comunque un internet che io, ma un po' tutti devo dire, usavamo in modo naif, seguendo impulsi e buon senso così come sembrava meglio.
Ho costruito il mio primo sito da sola, ho iniziato a scrivere questo blog quando ancora i blog erano una rarità, e l'unico social media assieme ai forum.
Non avevo programmi, non avevo calendari editoriali, non avevo nessuna nozione di marketing, tutto era per me, lo dico: casuale.
Il dipinto prosegue con un primo abbozzo di fiori |
E, casualmente, ma penso anche molto puntualmente e fortunatamente, sono subito entrate nella mia vita lavorativa due forme di attività che mi hanno aiutato moltissimo a crescere e farmi conoscere: l'illustrazione e i dipinti realizati su commissione.
Ricordo benissimo il primo quadro che mi è stato richiesto su misura, come anche ricordo benissimo il primo libro illustrato. Ricordo la gratitudine, lo stupore, e il senso di responsabilità che avevo provato, e che, nel tempo, sono andati via via crescendo.
Ho realizzato su richiesta decine e decine di quadri, dipingendo in ognuno una piccola storia, ogni volta mettendomi in contatto profondo con coloro cui il quadro era destinato.
Allo stesso modo ho illustrato decine di libri, andando avanti con queste due attività, parallelamente alla mia principale di pittrice e quella saltuaria di autrice, per molti anni.
E poi è successo che ho iniziato a cambiare...
E alcuni degli abiti lavorativi che avevo indossato fino a quel momento hanno cominciato a non essere più abiti nei quali stavo completamente a mio agio.
La prima sensazione di scomodità l'ho provata con l'illustrazone.
Già quando ho scritto La strada di Miro, il mio secondo libro come autrice, avevo fortemente voluto che a illustrarlo fosse qualcuno che non ero io. E questo era, principalmente per me, un messaggio molto chiaro!
Nel periodo successivo, mi sono ritrovata a declinare offerte di lavoro che mi erano arrivate, perché sentivo che in quel settore non stavo più così comoda. Non è stato facile, ci ho molto pensato, fino a che sono arrivata a dire, prima a me stessa, e poi a chi mi consultava per una proposta editoriale che no, di illustrazione non mi occupavo più.
Ma questa è la prima volta che lo dico pubblicamente.
Di illustrazione non mi occupo più.
O meglio, quello che ho lasciato è proprio il libro illustrato, il progetto completo.
Lascio ancora aperta una porta per qualche eventuale progetto di brevissima durata, come una copertina o un manifesto, ma molto difficilmente illustrerò un intero libro.
Sto proprio in questi giorni ultimando un lavoro, proprio come illustratrice, per Petra Thorn, l'autrice tedesca con la quale ho collaborato per ben quattro libri - questo è il quinto assieme.
Sto ultimando le tavole con la consapevolezza che saranno le ultime per me.
E quello che provo è un sentimento di leggerezza, le saluto come vecchie amiche con le quali ho condiviso un lungo tratto di strada, una strada che finisce qui.
Fiù... l'ho detto :)
Ancora fiori... |
Ma quello che sto per dire adesso, che mi costerà ancora di più e sul quale ho rimuginato molto, molto a lungo, è che la settimana scorsa ho ultimato, confezionato e spedito quello che probabilmente, almeno per un lungo periodo, sarà il mio ultimo dipinto su commissione.
Anche questo è un abito nel quale al momento non mi sento più comoda, qualcosa da lasciare andare per fare spazio ad altro.
Non li ho mai contati, forse un giorno lo farò, ma penso di aver dipinto più di cento quadri su richiesta - ma anzi, sicuramente molti di più.
L'ho fatto ogni volta con gioia, con la gratitudine di essere stata scelta e soprattutto con un profondo senso di connessione con il destinatario del quadro.
Tutto questo ha avuto per me un senso immenso, e di ognuno di questi dipinti ricordo tutto: le storie che mi sono state affidate, il momento in cui si traducevano in colori, ogni pennellata data e ognuna delle parole che mi sono state dette quando il quadro è stato mostrato e consegnato. Sono stati momenti unici e preziosi che conserverò sempre con grande cura.
Ma quello che in questo momento sento di voler e dunque dover fare è altro.
Come sto scendendo sempre di più all'interno di me stessa, così ho bisogno di tornare a una pittura che sia solo ed esclusivamente mia, alla ricerca, allo sperimentare nuove forme, con nuovi mezzi.
Non so dove mi porterà questo percorso. So solo che dopo anni in cui sentivo una sorta di inquietudine - che deve essere la stessa che provano i rettili quando cambiano pelle o gli uccelli quando emigrano - adesso sento di aver fatto quello che dovevo fare e di aver aperto una nuova stanza piena di luce nella quale, in silenzio, con calma, centratura e determinazione provare a fare altro. Andare avanti. Crescere come artista.
Quello che vedete dunque oggi, del quale, tra tutte queste parole vi mostro le principali fasi di lavorazione, è il primo dipinto di un nuovo ciclo.
Era molto che volevo farlo.
Era molto che volevo parlarvene.
Finalmente sono riuscita a realizzare entrambe le cose.
È il momento di concentrarsi sui dettagli |
E ora passiamo alla seconda fase di questo mio lungo racconto personale.
Alcune cose vanno, altre tornano.
E torneranno proprio qui nel blog.
Ne avevo molta voglia, è dunque con immenso piacere l'annuncio che stanno tornando le interviste di Perché a me piace.
Sono così entusiasta al pensiero!
Per questa prima tranche autunnale ho contattato alcune donne che io letteralmente adoro, che svolgono attività interessantissime, e che, per come lo fanno, sono per me di grande esempio e ispirazione.
Con molta generosità hanno accettato di rispondere alle mie domande, nel corso dei prossimi giorni ve le proporrò una ad una.
Non vedo l'ora!
Vorrei che questa rubrica potesse crescere sempre di più nel tempo, ho per lei grandi progetti.
Stay tuned, come si dice :)
Circondato da alcune delle sue prove colore, ecco il dipinto terminato |
Bene direi che ce l'ho fatta ad arrivare alla fine di questa lunga seduta di psicoanalisi pubblica.
Ci siete ancora?
Se sì battete un colpo!
Ho bisogno del vostro feedback, siete per me fondamentali.
Vi ho veramente aperto cuore e anima, con sincera autenticià.
Ditemi cosa ne pensate, sia commentando qui sotto, che, se preferite facendolo su facebook dove condividerò.
Mi piacerebbe poi, tantissimo, se in tutto questo post in cui ho parlato solo di me voi abbiate potuto trovare spunti per voi.
La condivisione dei nostri percorsi è un grande aiuto per tutte noi, me per prima che molto spesso mi nutro delle parole e delle esperienze di altre.
E quello dei cambiamenti è un argomento che mi sta molto a cuore, perché per me, la prima legge della vita, penso possa riassumersi in una frase di cinque parole: rimani fedele a te stessa.
Ed eccolo un primo piano: si intitola Floralia |
P.s.
Tutto ciò che ho scritto oggi, ha valore per ora, per questo momento, per questa fase della mia vita. L'argomento non è i cambiamenti? È dunque possibile che io cambi ancora e che possano tornare, seppure in nuovi modi e forme, entrambi i settori che sto lasciando ora.
Tutto si muove, tutto passa, tutto torna, tutto cambia.