lunedì 11 dicembre 2017

802 - Perché a me piace: Rita Bellati

Con l'avvicinarsi sempre più rapido al solstizio d'inverno, finisce la serie di interviste Perchè a me piace dedicata all'autunno.
Per chi dovesse leggerle e leggermi oggi per la prima volta, Perché a me piace è un progetto iniziato diversi anni fa in questo mio blog, nel quale invito, ospito, presento e intervisto creative di cui amo non solo il lavoro, ma l'interessante modo che hanno di inserirlo all'interno della loro vita, facendolo diventare qualcosa di unico, un'emanazione del loro modo di essere. Così come amo lo scorrere delle stagioni ho dato alla mia intervista proprio un carattere stagionale, con alcune domande specifiche sul periodo dell'anno in cui ci troviamo.

E non potevo chiudere l'autunno in modo migliore che assieme alla mia ospite di oggi: Rita Bellati.

Conosco e seguo Rita Bellati da relativamente poco tempo, forse poco più di due anni, ma il suo percorso è stato talmente veloce e ricco che mi sembra di seguirla da molto di più, e realisticamente non sto dicendo qualcosa di strano, in quanto tutte le cose e la crescita che in questo breve periodo ha realizzato, avrebbero potuto essere spalmate in un periodo molto più lungo.

Quando ho visto Rita la prima volta, rimanendo colpita subito dall'atmosfera, il modo di scrivere, le foto che scattava, il suo blog e i suoi canali social si chiamavano Faccio e Disfo e il suo prodotto di punta era la Myselfie, un pendente in legno realizzato a mano, a immagine e somiglianza della persona che lo avrebbe indossato. Un prodotto di così tale e rapido successo che io pensavo Rita lo avrebbe realizzato per sempre, e sarebbe stato la sua più grande e principale caratterizzazione.

Così non è stato... ma solo perché è stato meglio, di più! 

Veniamo a oggi, circa due anni e mezzo dopo: il brand di Rita non si chiama più Faccio e Disfo ma Myselfie Cottage, Rita non realizza più i suoi caratterizzanti bijoux, ma è diventata consulente e formatrice di comunicazione visiva del canale Instagram, il più utilizzato e famoso proprio per questo tipo di espressione.

Cosa è successo nel mezzo? Tantissimo.
Ma non mi voglio concentrare sui fatti (Rita li racconta benissimo nel suo blog), quanto sul modo in cui lei li ha vissuti, osservati, interpretati, descritti, adattandosi di volta in volta a quello che stava succedendo e indirizzando il suo lavoro sulle sue  capacità e le richieste dei suoi clienti.

In breve, rivelandosi come poetica narratrice tramite immagini e parole, ha avuto  un grandissimo successo attraverso il suo profilo Instagram, un mezzo che usa con gran classe, e che nel poco lasso di tempo in cui io ho continuato a seguirla ha avuto una crescita vertiginosa.

Questo le ha fatto comprendere molto velocemente che la sua particolarità, la sua unicità, erano soprattutto  sapersi raccontare giornalmente tramite le immagini e lo storytelling di Instagram, e che era esattamente ciò che avrebbe potuto insegnare agli altri.

Arriviamo a oggi.
Nel'ultimo anno Rita ha scritto un ebook in cui racconta Instagram visto da lei, gestisce su Facebook un gruppo per coloro che hanno letto il suo libro e vogliono confrontarsi sull'uso di questo mezzo (ci sono anche io), ha successivamente creato un corso on line più vasto e articolato, e, sempre su questo argomento, offre due tipi diversi di consulenze individuali.

Perché io la seguo? Perché mi piace?
Per tanti motivi. Perché è un'innovatrice, perché sa adattarsi, perché è veloce, perché si racconta con verità nei suoi successi e nei suoi errori, e ogni suo post diventa una piccola lezione di comportamento nel biz.
Ma soprattutto, secondo me, le sue più grandi qualità, quelle che la rendono unica, sono una capacità di analisi rara, una limpida onestà intellettuale e una profonda serietà (sempre però con la sana vena di ribellione che porta scritta nel suo nome, e su un polso).

Rita è leale, aperta, diretta, anche scomoda se occorre.
Una di cui fidarsi.

Lascio ora a lei la parola, sicura di non essere riuscita a descrivere la sua parabola e il suo modo di essere, per quanto tutto ciò che la riguarda è vasto, veloce, sfaccettato. Così come sono sicura che continuerà in futuro a stupirmi cambiando ancora, continuando ad adattarsi, così come proseguono la sua vita e la sua arte.

 Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino?
Il sacchetto con i semini di ciliegio (è un toccasana per qualsiasi male bambinesco), qualche ritaglio/disegno dei miei figli, il libretto delle ore (quello che scandisce i momenti di preghiera durante la giornata. Io però mi limito a leggere le lodi).

- Raccogli/collezioni qualcosa?
Fiori e foglie da appendere in casa o per le fotografie.

- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata?
Lodi al mattino e la brioches che mi porta mio marito in questo periodo di convalescenza, e il "forza, cosa è successo di bello oggi" a cena con i bambini.

Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente?
I libri illustrati per bambini, mi fanno riflettere tantissimo e trovo che abbiano una profondità che si trova raramente nei libri per adulti.

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
Credo che sia la capacità di cura e di trasmettere nel mio lavoro visivo sensazioni e ricordi legati all'infanzia.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti?
Umana.

Il tempo, le stagioni

- Quali suggestioni ti dona l’autunno?
Siamo quasi alla fine e mi è toccato passare la mia stagione preferita in casa, ma l'autunno per me è pura meraviglia e intensa gratitudine per quello che non faccio e che è così gratuitamente offerto ai miei occhi.

- Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione?
Senza dubbio i Cinnamo Rolls, ho un debole per la cannella e per i lievitati

- E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza?
Un cardigan di lana.

Infine

- Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa
Durante la mia adolescenza ho passato un'intensa fase hippie e punk-rock. Ad un concerto dei Millencolin mi sono fatta rubare lo zaino certa che fossimo tutti "peace and love". Sono tornata a casa con i lividi sulle braccia per intense sessioni di pogo ma la strigliata di mio papà è stata più pesante.

Potete trovare Rita Bellati:
- sul suo sito
sul suo Instagram
- su Facebook

Grazie Rita per essere stata mia ospite! Grazie a voi per aver letto.

***

Con questa intervista si conclude il Perché a me piace versione autunno 2017
Arrivederci all'inverno :)

p.s. tutte le foto utilizzate per questo post sono state scelte da me attraverso il blog e il profilo Instagram di Rita Bellati.

giovedì 7 dicembre 2017

801 - Perché a me piace: Cecilia Edera Lattari

Ci avviciniamo alla fine dell'autunno. I giorni più brevi e misteriosi dell'anno. Quelli delle favole nordiche, dei boschi oscuri, della strega che porgendo una mela fa cadere nell'oblio di una notte lunghissima

In questo paesaggio interiore scuro e boscoso (dominato dalla simbologia zodiacale dello Scorpione), che già però volge alla luce (con la freccia del Sagittario), si inserisce perfettamente il lavoro di Cecilia Edera Lattari aka Alchimista del benessere - attenzione già alla definizione scelta: Alchimista. Chi non teme di andare a fondo nell'oscuro di un calderone per trasformare il metallo vile in oro.

Quello che di Cecilia Edera mi ha colpito da subito è stato il suo percorso, interessante fin dagli esordi. Il diploma come attrice e il lavoro in teatro le aprono la prima parte di sentiero verso il mondo profondo degli archetipi e del farsi tramite (una modalità che gli artisti in ogni disciplina conoscono bene). Lo studio delle tecniche erboristiche con la conseguente laurea la conducono ancora più nel centro di quello che, in divenire, sarebbe stata. L'unione di tutto questo, e la continuazione di un percorso di studio sempre più approfondito la conducono a ciò che è ora: una moderna alchimista, qualcuna che mescola in sé la sapienza delle antiche streghe, coloro che sanno i segreti fiori, erbe e radici, con la profondità culturale di chi ha approfondito conoscenze scientifiche, letterarie, artistiche.

Cecilia Edera si rivolge direi esclusivamente al mondo femminile: tramite consulenze individuali,  corsi e laboratori, ascolto, Fiori di Bach, tarocchi intuitivi, simbologia archetipica, aiuta altre donne a entrare in profonda comunicazione con la loro parte autentica, selvaggia, e molto spesso sconosciuta, spaventosa, potentissima. E insegna proprio a non averne paura, ma anzi, a trasformarla in consigliera e alleata

Un altro percorso particolarmente interessante che Cecilia sta percorrendo nel suo lavoro è la consulenza Mamma non mamma,  rivolta alle donne che perse (per mille e mille svariati motivi) in questo ossimoro, sprofondano in sofferenza, indecisioni, dolore.

Infine, una cosa che di Cecilia Edera mi piace tantissimo sono le foto che scatta e pubblica sul suo Instagram (alcune le potete vedere proprio in questo post); le trovo estremamente poetiche ed evocative e forse meglio di tante parole, parlando il linguaggio immediato dell'immagine, comunicano chi Cecilia Edera è e fa

E ora come sempre la parola a Cecilia stessa per l'intervista stagionale.

 Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino? 
Sul mio comodino ci sono una pila di libri che leggerò, quello che sto finendo (in questo momento è Big Magic di Elizabeth Gilbert), piccole pietre, un’ametista, un sacchettino di lavanda da annusare prima di dormire.

- Raccogli/collezioni qualcosa? 
Ti direi che sono una raccoglitrice di natura. La prima cosa che raccolgo sono, ovviamente, le erbe che utilizzo quotidianamente sia per la cucina, che per il benessere mio e della mia famiglia. Raccolgo Menta spontanea lungo il campo sotto casa, Artemisia argentata al limitare del bosco, Iperico luminoso per realizzare olii e unguenti – ma anche sassolini, fiori da pressare tra le pagine dei libri, messaggi delle fate.
Colleziono mazzi di Tarocchi: se ho qualche soldino da parte puoi stare sicura che il primo acquisto è un mazzo di Tarocchi!

- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata? 
Un mega tazza di caffè americano appena sveglia.
Una passeggiata nel bosco, anche solo di dieci minuti, per osservare come cambia e si trasforma ogni giorno.
Fare almeno una fotografia – faccio foto da quando sono bambina, è una delle mie grandi passioni!

Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente? 
Per il 2018 la mia musa è Courtney Love – perché lei ci ha mostrato la potenza della fiaba, che ha la capacità di sovvertire il reale. Lei, con la sua gonna di tulle e la bacchetta magica e la chitarra elettrica. Un mix di dolcezza e di quello che significa essere selvaggia.
L’altra mia musa è Artemide, Diana, la dea dei boschi. L’archetipo della donna libera, indipendente, selvatica, con un profondo legame con gli animali e con le sue sorelle.

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
Direi la mia capacità di essere pienamente quella che sono, e di fare davvero quello per cui sento essere nata: aiutare gli altri ad entrare in contatto con la loro parte più autentica, attraverso una cura intuitiva e disvelando la magia.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti? 
Utilizzo la mia parola dell’anno, per questo anno che sta finendo: succulenta, rigogliosa.

Il tempo, le stagioni

- Quali suggestioni ti dona l’autunno? 
L’autunno è la mia stagione preferita: la dimensione intima, le tazze ed il tè, le foglie che scricchiolano, le mele rosse e le torte di mele e cannella. Lo stare insieme, le serate passate a progettare insieme agli amici, i gatti che fanno le fusa. E potrei continuare per ore!

- Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione? 
Zucca, in tutte le forme possibili e immaginabili.

- E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza? 
I miei cappelli, che per la maggior parte ho realizzato da sola con l’uncinetto. Cappelli colorati, molto spesso a punta, come quelli dei folletti. Da indossare rigorosamente con il rossetto, però!

Infine

- Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa  
Posso raccontarti che da poco nella nostra vita sono entrati due gatti: io ho sempre avuto cani, i gatti erano un amore di mia mamma – e io non li ho mai avuti, almeno non “da grande”. E ho scoperto di come la vita con i gatti sia assolutamente di qualità superiore! E non solo: sono riuscita a fare andare d’accordo gatti e cani, al punto che dormono insieme e giocano insieme. Lo trovo uno splendido esempio di accoglienza e di riflessione sulla diversità – gli animali, molto spesso, ci insegnano molto.
Potete trovare Cecilia Edera Lattari:

nel suo sito
sul suo facebook
su instagram

***
Grazie Cecilia,  Alchimista del benessere per essere stata mia ospite.
Appuntamento alla prossima con l'ultima bellissima ospite di questo autunno che volge alla fine.

p.s. Tutte le foto utilizzate in questo post mi sono state fornite da Cecilia Edera Lattari e sono di sua proprietà.

martedì 5 dicembre 2017

800 - Floral: nuova serie di dipinti originali

Raccontavo, qualche post fa, di come nel tempo, una voglia strisciante di cambiamento, mi abbia condotto ad alcune scelte piuttosto radicali e in continua evoluzione.

Così come è avvenuta in me una sorta di resa, si è creata l'apertura per qualcosa di nuovo e inaspettato. Una serie di dipinti che hanno visto cambiare non solo il mezzo usato (sono passata dal legno alla tela), ma anche soprattutto i soggetti, e infine la modalità, che si è fatta meno precisa, più caotica, sfumata.

Tutto è nato in modo piuttosto istintivo, come spesso mi capita - a volte con mio rammarico, in quanto vorrei essere capace di fare scelte ragionate e programmate, ma ancora non ho imparato.

Il risultato è una serie di dipinti, cinque per il momento, che sicuramente continuerà, prendendo forse ancora nuove forme, adattandosi come io mi adatto.

La serie si chiama Floral - e ulteriore cambiamento: non ho volutamente scelto per questi dipinti titoli discorsivi come fino ad ora ho sempre fatto, ma mi sono limitata ad elencarli, lasciando tutto il flusso creativo nel gesto stesso di crearli e facendo sì che il loro mondo, un mondo che fino ad ora avevo sempre espresso anche nel titolo, rimanesse invece un segreto - che si svelerà a chi saprà e vorrà leggerli.

Ve li presento con molta semplicità e il titubante orgoglio di chi sempre, in ogni momento, si ritiene semplicemente un mezzo.

Floral #1 -  cm 24x30 - tecnica mista su cartone telato
Floral #2 -  cm 24x30 - tecnica mista su cartone telato
 Floral #3 -  cm 24x30 - tecnica mista su cartone telato
 Floral #4 -  cm 20x30 - tecnica mista su cartone telato
Floral #5 -  cm 25x35 - tecnica mista su cartone telato
Mi piace che l'ottocentesimo post su questo mio blog sia dedicato tutto a loro. È accaduto per caso - ma chissà se poi il caso esiste...
(A questo proposito: con questo post, l'ottocentesimo scritto qui, lascio andare la numerazione dal titolo. Era una cosa che portavo avanti dal primo post scritto, nella mia piccola mania degli elenchi, ma penso che adesso sia ridondante e inutile che a inizio di ogni post io metta un numero, seppure è il suo numero. Dunque numerazione grazie, vai, sei libera :))


Concludo dicendo che i primi cinque Floral sono tutti disponibili nel mio sito. Vi abbraccio, sussurrando: floral is a state of mind.

mercoledì 29 novembre 2017

799 - Perché a me piace: Valentina Masullo

Preparatevi che oggi vi faccio venire fame.

 "Buongiorno da Torino"; una bella voce bassa con un leggero accento campano, poi la vista si apre, attraverso una finestra che già da sola è uno spettacolo, su un panorama strepitoso: la città ripresa dall'alto in un giorno d'autunno, in un'infinito di tetti, alberi, fiume, e in lontananza la cinta di montagne che scolora. Poi, nei brevi segmentini di dieci secondi l'uno, rientriamo in casa, attraversando il salotto entriamo in cucina, e lì la donna cui la voce che ci sta accompagnando non ha smesso di raccontare inizia a cucinare, così, semplicemente.

Questo è stato il primo impatto che ho avuto con Valentina Masullo aka Valefatina, avvenuto in un giorno d'autunno dello scorso anno sulle Stories di Instagram. Non so come ci ero capitata, probabilmente mi era stata proposta dal sistema, fatto sta che io da quella casa non sono più uscita.
E nel tempo, quel Buongiorno da Torino ha continuato a essere il caldo benvenuto di quasi ogni giorno, in quella manciata di minuti in cui Valentina, con molta naturalezza, mostra il panorama dalla sua finestra, sempre diverso così come il tempo e le stagioni, e poi racconta la sua giornata: la spesa al mercato del sabato, le lavagnette in cucina con scritto il menù settimanale, la preparazione dei piatti raccontata in ogni passaggio, molte foto e testi di lavoro, e poi nel tempo che rimane un po' di lavoro a maglia, molta organizzazione a computer, e altre attività creative in cui Valentina è brava come una professionista. Ogni tanto fa capolino la presenza rassicurante del Tucci, suo marito, e allora pare di essere proprio a casa tra amici.
L'attività principale di Valentina Masullo ruota tutta attorno al cibo.
Lo cucina, lo fotografa, lo racconta. Per se stessa, ma soprattutto per i suoi molti clienti: aziende, professionisti con attività da presentare e promuovere, riviste di settore.

Valentina ha anche una storia molto interessante alle spalle. Viene da un lavoro statale (come me) che ha lasciato per seguire quello che veramente amava fare e che adesso la caratterizza per competenza e professionalità.
Tutto quello che cucina, fotografa, ci mostra, racconta, lo trovate poi descritto con dovizia di particolari in uno dei due blog che tiene, Brodo di Coccole, tutto dedicato proprio alle ricette e alle sue attivita di DIY.
Last but not least, Valentina organizza, a Torino, corsi di fotografia per la comunicazione (che vanno sold out in un battito di mani).
Non è una vera e operosa Valefatina?

Quello che di lei mi piace tantissimo è il modo familiare e molto naturale di raccontare le sue giornate (è tra le più brave storyteller che io conosca, soprattutto, lo ripeto, nelle Stories di Instagram: di quelle è una vera maestra); mi piace guardarla mentre cucina, mi piace la bacheca del suo profilo, un puzzle di immagini dall'alto in cui protagonista è sempre il cibo raccontato visivamente con un calore e un colore unici; mi piace quando riflette e racconta sommariamente i suoi giorni, quando mostra la sua casa luminosa e organizzata, insomma, seguire Valentina è seguire qualcuno che impari a conoscere e apprezzare per il mondo vario e pieno di calore che sa narrare.
E ora, come sempre, a lei la parola per il suo mondo e i suoi giorni in autunno.

Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino?
La Settimana Enigmistica, lo smartphone (anche se non dovrei, lo so) e un olio rilassante alla lavanda.

- Raccogli/collezioni qualcosa?
Materiale da craft. Negli anni, dopo aver collezionato miniature di profumi, lattine, fatine e svariati oggetti, sono diventata molto più minimal e periodicamente faccio decluttering tra gli oggetti che riempiono casa. Con il materiale da craft, invece no. Lane, carta, perline, timbrini, stoffe, fili da ricamo, paste da modellare: tutto viene meticolosamente conservato e ha un suo posto. Ci sono materiali che hanno viaggiato con me in almeno quattro case diverse.

- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata?
La colazione al mattino con mio marito, trovare un momento per rilassarmi e per fare qualcosa lontano dal pc (di solito lavoro a maglia), la doccia prima di andare a dormire.
Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente?
L'ispirazione per me è una faccenda di suggestioni. Guardo molte foto (in questo Instagram e Pinterest mi aiutano moltissimo) specialmente di soggetti che non siano cibo. Mi faccio catturare da una luce, da un dettaglio o da quello che immagino possa essere un profumo e così nascono le mie fotografie.

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
La cura meticolosa del dettaglio e la capacità di "fare casa" e trasmettere attraverso gli oggetti e la loro disposizione un grande senso di calore e accoglienza.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti?
Competente. Credo che la professionalità passi soprattutto attraverso la conoscenza della propria
materia per questo mi tengo sempre aggiornata e cerco di offrire ai miei clienti il miglior servizio.
Il tempo, le stagioni

- Quali suggestioni ti dona l’autunno?
L'autunno è in assoluto la mia stagione preferita, un periodo di colori magici che si spostano dal verde al grigio passando attraverso un'esplosione di rossi, gialli e arancio che mi mandano in visibilio. Mi piacciono gli odori: quello dell'aria fredda, dei camini accesi, della città che cambia ritmo, dei parchi che cambiano la pelle e riescono a essere ogni volta diversi e incantevoli.

- Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione?
Senz'altro la zucca, potrei mangiarla di continuo e appena vedo le prime sui banchi del mercato comincio a prepararla in mille modi.

- E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza?
I calzini. Li porto anche d'estate, in casa non indosso ciabatte. Ne possiedo una quantità spropositata e d'inverno li porto con sopra i calzettoni che mi tengono al caldo.

Infine

Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa
Pochi di me sanno che ho studiato informatica all'università e che ho cominciato a programmare a 8 anni, su un vecchio Olivetti attaccato alla TV. Negli ultimi 15 anni ho scritto diversi gestionali e realizzato diversi siti web. Poi ho scelto una strada più creativa ma, da buona informatica, ho conservato una grande attitudine all'organizzazione e un forte orientamento all'obiettivo che mi consentono di lavorare al meglio anche da fotografa e content creator.
Potete trovare Valentina Masullo:

sul suo sito
sul suo blog di ricette
sul suo Instagram
sulla sua Facebook Page


***
Grazie di cuore a Valefatina per essere stata mia ospite, un caro saluto e alla prossima!

Tutte le foto usate in questo post sono state scelte da me tramite i canali di Valentina Masullo e sono di sua proprietà.

sabato 25 novembre 2017

798 - Perché a me piace: Gioia Gottini

Scrivere di Gioia Gottini è difficile e semplice allo stesso tempo.
Difficile per due motivi: il primo è che dubito ci sia qualcuna tra coloro che mi stanno leggendo che ancora non la conosce, il secondo è che Gioia è incredibilmente poliedrica.
Semplice, perché Gioia è allo stesso tempo una persona concreta, che offre la sua competenza con una buona dose di pratica chiarezza.

E difatti si definisce Coltivatrice di successi, identificandosi con la figura di una giardiniera, una contadina, una persona lungimirante che sa di terra, di acqua, di semine, proiettando questa competenza molto terrena in un campo astratto e celeste come quello del successo nel biz.

Gioia è soprattutto però interessante.
Il variegato percorso di una donna curiosa e aperta a molte possibilità, le ha portato un enorme bagaglio di conoscenza, idee, esperienza. Il modo in cui opera, unendo tutte queste sue competenze (che vanno dal coaching, all'animazione, all'organizzazione, alla musica, alla scrittura, all'astrologia, alle regole del marketing, alla competenza artistica, alla lettura intuitiva di tarocchi e sogni: vi rimando a questo proposito ad suo post che già da solo è una lezione di vita lavorativa) al suo modo unico di agire (un misto di folgoranti intuizioni e rigorosa logica) dà origine a consigli, risposte e percorsi illuminanti e geniali.

Ma ripartiamo dall'inizio: di cosa si occupa dunque esattamente Gioia Gottini? Facile: si occupa di aiutare le donne in quello che spesso, se fatto da sole, senza competenze e un po' a caso, è un difficile percorso di sviluppo del proprio biz. E lo fa partendo dal punto in cui si trovano in quel momento

C'è ancora da mettere a fuoco il proprio talento? Gioia ha occhiali potenti con cui aiutare a guardare. Sappiamo già di che si tratta ma non come e da dove iniziare? Gioia è meglio di Google Map . Siamo nel mezzo del cammin di vostra (lavorativa) vita, perse in una selva oscura fitta di indecisioni, blocchi, desiderio di cambiamenti e nuove aperture? Gioia ha la mappa per guidarci a riveder le stelle.

Mi permetto di descriverla con un pizzico di scherzo e allegria perché Gioia ha anche tra le sue doti un modo di fare easy, positivo e gioioso.

E infine Gioia è la signora indiscussa dei Mercoledì. Ogni mercoledì mattina infatti, alle 11, dal suo studio di Torino (una mansardina sui tetti) tiene in diretta on line un piccolo corso, accessibile a tutti via youtube, su un aspetto, ogni volta diverso, della vita lavorativa di una free lance.

Bene, mi fermo qui, anch se ho detto nemmeno la metà di tutto quello che Gioia Gottini è e riesce a fare tante sono le sue creazioni e tanto variegata la sua esperienza.

Lascio invece a lei la parola per la breve intervista che è la vera ricchezza di questo post, e di tutti i Perché a me piace.

Signore, ecco a voi Mrs Gioia Gottini in autunno.

Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino?
Non ho un comodino ma una testata del letto. Sopra ci sono un collage a tema onirico che ho fatto qualche anno fa, un paio di libri, 3-4 pupazzi di mio figlio e un vaporizzatore di oli essenziali.

- Raccogli/collezioni qualcosa?
Sì! Candele, tarocchi e il magazine Flow.

- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata?
Il caffè dopo pranzo, una meditazione di 10 minuti tutti i pomeriggi e ascoltare musica in cuffia mentre vado in giro per la città.

Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente? 
Mi ispirano le persone che sanno cosa vogliono fare nella vita e lo realizzano: guardo tutti i documentari di artisti, chef, creativi, sportivi...

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
L’innovazione. Non mi piace copiare nemmeno da me stessa, cerco di innovare sempre.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti?
Originale.

Il tempo, le stagioni

- Quali suggestioni ti dona l’autunno?
Lo adoro! Mi sa di casa, di letture sul divano, di tisane profumate e di relax.

- Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione?
Le zuppe.

- E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza?

Uno sciarpone avvolgente e morbido.

Infine

- Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa 
Se non facessi il lavoro che faccio, avrei voluto essere un “naso”, ossia una creatrice di profumi. Amo annusare nuove essenze, l’olfatto è sicuramente il mio senso più sviluppato. 

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Potete trovare Gioia:

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Grazie di cuore a Gioia per essere stata mia ospite, un caro saluto e alla prossima!

lunedì 20 novembre 2017

797 - Perché a me piace: Aspettaevedrai

Abbiamo tutti, più o meno, una moltitudine di vite parallele che sempre ci aleggiano attorno. 
Sono formate da tutte quelle cose che avremmo voluto o vorremmo fare e non possiamo, per svariati motivi, primo fra tutti perché non possiamo fare tutto. Nelle mie varie vite parallele sono libraia, giardiniera di terrarium, parrucchiera, e molto altro, in posti ben precisi, con tutta una visione molto dettagliata che arriva anche a come sono vestita - e che vi risparmio.

Tutto questo preambolo per dire che mi accorgo adesso che mi soffermo a pensarci, che molte delle donne che ho scelto e scelgo per questo “Perché a me piace” fanno qualcosa che avrei amato fare io in una di queste vite. 

Sicuramente lo fa Sara Arduini di Aspettaevedrai.

Sara, come molte delle mie scelte, è stata un colpo di fulmine, un innamoramento repentino e immediato, un follow messo senza alcuna indecisione sul profilo Instagram dove l’ho conosciuta circa un anno fa. 

Ripensandoci adesso che per scrivere di lei ho visitato in maniera approfondita tutti i suoi canali, quello che ho riconosciuto nel suo lavoro - lavoro che nelle persone di grande ispirazione coincide perfettamente con il modo di essere - è stata la sua nota fondante: la poesia.

Il lavoro di Sara ne è intriso.
Come altro può essere definito l’atto di creare gioielli da cocci di vecchi piatti, fiori o ricordi, se non poesia?

Recuperare, trasformare, ridare vita.
Questo fa Sara nel suo laboratorio di San Polo D'Enza (RE): proprio come l’ape che appare nel suo logo, con l’opera del suo ingegno, dell’istinto e delle mani, trasforma, crea.

Dando vita a poetici monili con alle spalle una lunga storia.

La stessa poesia di questo atto creativo l’ho ritrovata nelle descrizioni che fa dei suoi lavori, nei testi del suo sito e del suo blog, e anche nelle foto che scatta e condivide. 

Una poesia nostalgica e ricca di sensibilità, quella stessa poesia intrinseca nell’wabi sabi, sentimento, modo di essere giapponese, che fa dell'impermanenza, bellezza.

Le linee di monili che Sara crea nel suo laboratorio sono tre:  

Erounpiatto, ovvero collane,  bracciali, orecchini realizzati a partire dai cocci di un piatto vintage

Floralia, ciondoli che racchiudono elementi botanici pressati tra due sottili lastre di vetro

Memorie, ciondoli e orecchini realizzati partendo da vecchi pizzi, merletti, ma anche, nel caso di personalizzazioni, vecchie foto, ritagli di carta, o quanto'altro di delicato e fragile abbiamo a cuore.

Tutti i gioielli sono realizzati a mano con tecnica Tiffany, ovvero una sorta di preziosa rilegatura in rame, stagno e argento. 

Io spero di incontrarla un giorno Sara, magari in un mercatino o a una fiera. La riconoscerò da lontano, una bellissima ragazza dai capelli scuri e tutta una poesia attorno.

 ***
E ora sentiamola Sara, nell'intervista sul suo piccolo mondo, in autunno:

Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino?
L'ho appena riconquistato dopo tre anni (prima il suo spazio era occupato dal letto della mia bimba attaccato al mio) quindi l'ho immediatamente riempito di roba. Libri, kindle, luce da lettura, crema per le mani, burrocacao, salviettine, quaderno e matita che non si sa mai.

- Raccogli/collezioni qualcosa?
In questo periodo della mia vita praticamente tutto il piacere della ricerca, della raccolta e della collezione lo riverso sui miei cocci. Il mio luogo preferito sono ovviamente i mercatini dell'antiquariato e il mio occhio è allenatissimo a trovare piatti sbeccati o difettosi, ma mi sento fortunata anche quando trovo vecchie scatole portagioie e libri e riviste femminili d'epoca. In estate invece, non resisto alla tentazione di setacciare le spiagge alla ricerca di conchiglie belle, vetri e pezzi di ceramica levigati dal mare.

- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata?
Almeno una tazza di tè (di solito tre o quattro), il giro ispirazionale su instagram, e le caramelle di menta.

Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente?
Le nonne, le vecchie foto, la terra, i ricordi, l'Emilia, certa musica.

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
Difficile da dire, anzi forse dovrei essere io a chiederlo agli altri. Il mio lavoro forse non è unico, ma è certamente mio. Io ci vedo una specie di continuità, una compenetrazione tra quello che sono e quello che faccio, quello che amo e quello che creo.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti?
Le persone che io ammiro sono interessanti, coinvolgenti, originali, umili, operose. Mi accontenterei di una briciolina di uno di questi.

Il tempo, le stagioni

- Quali suggestioni ti dona l’autunno?
Faccio lunghe indimenticabili camminate solitarie, che però a livello di attività fisica non mi sono molto utili perchè ogni tre metri sono ferma a fare foto. Ed è incredibile come ogni anno i colori di questa stagione mi emozionino ancora come se li vedessi per la prima volta.

- Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione?
 Caldarroste!

- E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza?
Un maglione di grossa lana che si chiude con una cerniera, smesso da mia sorella, informe e forse anche un po' infeltrito. Di una comodità incredibile. Sempre appoggiato sullo schienale della mia sedia da lavoro e pronto ad essere infilato alla prima sensazione di freschino.

Infine

- Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa
Fobie: pennuti, guida nel traffico e in autostrada. Rumori molesti: metallo contro metallo. Cose strane: ogni tanto ancora mi spalmo il vinavil sul palmo della mano come quando ero piccola, ci soffio sopra per farlo asciugare più in fretta e appena si secca pian pianino lo stacco, con quella sensazione inspiegabilmente piacevole.


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Grazie di cuore a Sara per essere stata mia ospite, un caro saluto e alla prossima!
(Tutte le foto di questo post sono state scelte da me attraverso i canali di Aspettaevedrai)

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