mercoledì 2 ottobre 2019

811 - Nuovi dipinti 2019, ovvero: come procede un percorso artistico - e non solo

Come passano i mesi, e gli anni, mi accorgo che l'arte, o almeno la mia, è più qualcosa da fare, che da raccontare. Mi rimane sempre più difficile spiegare perché ho realizzato il tale dipinto, la tale collezione, quale processo mi ha ispirato, dove volevo arrivare... il più delle volte: non lo so! È un mistero, anche per me stessa. 
A causa di questo primo motivo, aggiorno poco questo blog, perché trovo, mi sembra, che sovraccaricare un quadro di parole sui perché o i percome, sia, almeno per me in questa fase, un modo di tradirlo, e con lui tradire me stessa.

Il secondo motivo per cui ultimamente racconto poco i miei quadri, il mio processo, i miei perché è che siamo sovraccarichi di informazioni.

Aprendo qualunque social al quale siamo iscritti accediamo, più volte al giorno, volenti o nolenti, a un surplus di notizie, che la maggior parte delle volte abbiamo deciso noi di vedere, ma anche no. Questo anche no è espresso dalle sempre più numerose pubblicità, dai percorsi inconsci che la rete ci fa compiere (es: apri internet per cercare la ricetta di una torta e ti ritrovi dopo mezz'ora a leggere un articolo sul trading monetario: come ci sei arrivata? Non devo aggiungere altro, sappiamo tutti di cosa sto parlando), e da molto superfluo che, anche chi abbiamo deliberatamente deciso di seguire per interesse, a volte pubblica - emozionare e motivare sono i due cardini in cui procede la legge del marketing on line: poco opportuno ingannarci fingendo di non saperlo, di non averlo capito. La cosa bella è che non deve necessariamente essere così: abbiamo sempre noi la scelta. Di qualunque cosa.

Si pubblica tanto, troppo, e trovo che accedere a questa valanga di informazioni, immagini, video, sia un modo sicuro per deteriorare la nostra parte più sacra che è quella che nutre il nostro bene più prezioso: la creatività.

E quando ti accorgi che una cosa che sta succedendo e che un po' subisci non è, secondo il tuo modo di vedere e sentire le cose e il mondo, la migliore, che fai: aderisci? Ti unisci al grande carosello del flusso continuo? O fai un piccolo impercettibile passo indietro?

Ho scelto il secondo.
Rimanendo fedele a me stessa, alla mia storia, al mio modo di essere, al mio stato di presenza (più o meno forte), rimanendo sincera, ho deciso di raccontare meno. Di esserci meno. Di non unire al grande flusso continuo la mia parte.

Così come stiamo capendo, a schiaffoni climatici, che non è più sostenibile il modo scellerato con cui stiamo gestendo il pianeta, e in molti scelgono di alleggerire la loro presenza, così questo credo accadrà anche nella rete
Probabilmente. Prima o poi.
   
Mi rendo conto che avevo iniziato questo post, dopo molti mesi di silenzio, desiderando parlarvi del mio percorso artistico e invece ho finito per raccontarvi altro: un mio percorso interiore. Mi rendo però ancora più conto che, almeno sempre nel mio caso, sono esattamente la stessa cosa...

E dunque, riprendo il filo: ho scelto di esserci meno.
Di dire meno. Di comunicare meno, di mostrare meno.
Di farlo solo quando davvero sento che quella cosa la devo dire, la devo mostrare: me lo chiedo almeno dieci volte prima, con sincerità, con attenzione. Aspetto, e nella maggior parte dei casi la risposta è che no, è superflua: non così indispensabile, non così importante, non così sincera. La direi forse invece per paura

Già: la costante paura di essere dimenticata, di essere messa da parte.
Ebbene questa paura esiste, è reale, e come tutte le paure può essere riconosciuta, osservata, accolta, tenuta con noi, senza farla nostra. Senza identificazione con essa. Senza che essa debba guidarci nelle nostre azioni.

Utilizzo al minimo facebook, anche quello specifico della mia pagina artistica, utilizzo al minimo anche instagram, sempre guidata da: non devi dirlo/mostrarlo per forza. 
Fallo se è vero.

Dopo questa lunga introduzione, che mi è sgorgata spontanea, torniamo all'argomento del post: il mio percorso artistico attuale e i dipinti che ho realizzato nella prima parte di questo anno.

Dopo la piccola rivoluzione espressa dalle notizie dal mondo fluttuante, dove mi ero liberata da alcuni schemi rigidi che mi ero, nel tempo, autoimposta, ho cercato di riunire le mie due anime: quella della rappresentazione più realistica del mondo (così come lo vedo), e quella più sottile e interiore.

Non è stato un processo semplice. Ma l'ho seguito: a volte con fatica, altre con leggerezza, sempre con fiducia.

E sono nati loro:

Here I am, cm 30x30, tecnica mista su legno (venduto)

La casa rossa, cm 25x35, tecnica mista su cartone telato (venduto)

Come i fiori, cm 30x3o, tecnica mista su cartone telato (venduto)

Into my wild, cm 40x30, tecnica mista su cartone telato (venduto)

Nella silenziosa notte, cm 24x30, tecnica mista su cartone telato (venduto)

Dancing in the blue, cm 40x40, tecnica mista su cartone telato (venduto)

Amazing Grace, cm 30x40, tecnica mista su cartone telato (venduto)

Le rocce rosa, cm 40x40, tecnica mista su cartone telato (venduto)

Luminosa, cm 40x50, tecnica mista su cartone telato (venduto)

L'altra notte, cm 20x30, tecnica mista su cartone telato (venduto)

La casa azzurra, cm 24x30, tecnica mista su cartone telato - disponibile sul mio sito

La casa di vetro, cm 40x40, tecnica mista su cartone telato - disponibile sul mio sito

È davvero necessario raccontare questi quadri uno a uno? Non è più interessante invece che ogni persona che li guardi, sentendosi in qualche modo attratta, immagini il loro mondo? Si faccia raccontare dalle immagini cosa queste stanno comunicando unicamente a lei?

Sono sempre più convinta di questa seconda tesi. 

Detto questo, potrei ripensarci domani, o potrei sentire che invece su qualcuno ho desiderio e voglia sincera di dire qualcosa in più, raccontare il processo. 

Mi lascio libera, sempre, come sempre.
Così come invito sempre a essere libere voi.

Concludo dicendo che nonostante di questi dipinti io abbia raccontato il minimo, ognuno ha saputo parlare a un cuore in ascolto, e tutti (meno gli ultimi due, ancora in attesa) hanno, attraversando l'Italia e in quattro casi anche l'Oceano Atlantico, trovato la loro casa - segno e riprova che non è così importante dire, e che quello che deve giungere lo fa.

Gli ultimi due sono, come dicevo, in attesa. Ma non si preoccupano minimamente di questo.
Loro (non io, ma loro sì) sanno benissimo per chi sono stati dipinti. Sanno che qualcuno guardandoli penserà: «Ti stavo aspettando».
E aspettano a loro volta.

***

Io non so se c'è ancora qualcuno se si ferma a leggere questo blog. Se ci siete, se ci sei, e vuoi darmi un segno del tuo passaggio, vuoi dirmi cosa pensi di ciò che ho scritto,  ti leggerò con interesse. 
Allo stesso modo, se vorrete che io approfondisca l'argomento inquinamento di e da internet proverò a farlo seguendo sempre la mia esperienza.

***

Il mio lavoro sta continuando in questa seconda parte dell'anno in modo interessante, che sicuramente tornerò a mostrarvi.

Nel frattempo a tutte e tutti voi un caro saluto e alla prossima.

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