mercoledì 29 novembre 2017

799 - Perché a me piace: Valentina Masullo

Preparatevi che oggi vi faccio venire fame.

 "Buongiorno da Torino"; una bella voce bassa con un leggero accento campano, poi la vista si apre, attraverso una finestra che già da sola è uno spettacolo, su un panorama strepitoso: la città ripresa dall'alto in un giorno d'autunno, in un'infinito di tetti, alberi, fiume, e in lontananza la cinta di montagne che scolora. Poi, nei brevi segmentini di dieci secondi l'uno, rientriamo in casa, attraversando il salotto entriamo in cucina, e lì la donna cui la voce che ci sta accompagnando non ha smesso di raccontare inizia a cucinare, così, semplicemente.

Questo è stato il primo impatto che ho avuto con Valentina Masullo aka Valefatina, avvenuto in un giorno d'autunno dello scorso anno sulle Stories di Instagram. Non so come ci ero capitata, probabilmente mi era stata proposta dal sistema, fatto sta che io da quella casa non sono più uscita.
E nel tempo, quel Buongiorno da Torino ha continuato a essere il caldo benvenuto di quasi ogni giorno, in quella manciata di minuti in cui Valentina, con molta naturalezza, mostra il panorama dalla sua finestra, sempre diverso così come il tempo e le stagioni, e poi racconta la sua giornata: la spesa al mercato del sabato, le lavagnette in cucina con scritto il menù settimanale, la preparazione dei piatti raccontata in ogni passaggio, molte foto e testi di lavoro, e poi nel tempo che rimane un po' di lavoro a maglia, molta organizzazione a computer, e altre attività creative in cui Valentina è brava come una professionista. Ogni tanto fa capolino la presenza rassicurante del Tucci, suo marito, e allora pare di essere proprio a casa tra amici.
L'attività principale di Valentina Masullo ruota tutta attorno al cibo.
Lo cucina, lo fotografa, lo racconta. Per se stessa, ma soprattutto per i suoi molti clienti: aziende, professionisti con attività da presentare e promuovere, riviste di settore.

Valentina ha anche una storia molto interessante alle spalle. Viene da un lavoro statale (come me) che ha lasciato per seguire quello che veramente amava fare e che adesso la caratterizza per competenza e professionalità.
Tutto quello che cucina, fotografa, ci mostra, racconta, lo trovate poi descritto con dovizia di particolari in uno dei due blog che tiene, Brodo di Coccole, tutto dedicato proprio alle ricette e alle sue attivita di DIY.
Last but not least, Valentina organizza, a Torino, corsi di fotografia per la comunicazione (che vanno sold out in un battito di mani).
Non è una vera e operosa Valefatina?

Quello che di lei mi piace tantissimo è il modo familiare e molto naturale di raccontare le sue giornate (è tra le più brave storyteller che io conosca, soprattutto, lo ripeto, nelle Stories di Instagram: di quelle è una vera maestra); mi piace guardarla mentre cucina, mi piace la bacheca del suo profilo, un puzzle di immagini dall'alto in cui protagonista è sempre il cibo raccontato visivamente con un calore e un colore unici; mi piace quando riflette e racconta sommariamente i suoi giorni, quando mostra la sua casa luminosa e organizzata, insomma, seguire Valentina è seguire qualcuno che impari a conoscere e apprezzare per il mondo vario e pieno di calore che sa narrare.
E ora, come sempre, a lei la parola per il suo mondo e i suoi giorni in autunno.

Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino?
La Settimana Enigmistica, lo smartphone (anche se non dovrei, lo so) e un olio rilassante alla lavanda.

- Raccogli/collezioni qualcosa?
Materiale da craft. Negli anni, dopo aver collezionato miniature di profumi, lattine, fatine e svariati oggetti, sono diventata molto più minimal e periodicamente faccio decluttering tra gli oggetti che riempiono casa. Con il materiale da craft, invece no. Lane, carta, perline, timbrini, stoffe, fili da ricamo, paste da modellare: tutto viene meticolosamente conservato e ha un suo posto. Ci sono materiali che hanno viaggiato con me in almeno quattro case diverse.

- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata?
La colazione al mattino con mio marito, trovare un momento per rilassarmi e per fare qualcosa lontano dal pc (di solito lavoro a maglia), la doccia prima di andare a dormire.
Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente?
L'ispirazione per me è una faccenda di suggestioni. Guardo molte foto (in questo Instagram e Pinterest mi aiutano moltissimo) specialmente di soggetti che non siano cibo. Mi faccio catturare da una luce, da un dettaglio o da quello che immagino possa essere un profumo e così nascono le mie fotografie.

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
La cura meticolosa del dettaglio e la capacità di "fare casa" e trasmettere attraverso gli oggetti e la loro disposizione un grande senso di calore e accoglienza.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti?
Competente. Credo che la professionalità passi soprattutto attraverso la conoscenza della propria
materia per questo mi tengo sempre aggiornata e cerco di offrire ai miei clienti il miglior servizio.
Il tempo, le stagioni

- Quali suggestioni ti dona l’autunno?
L'autunno è in assoluto la mia stagione preferita, un periodo di colori magici che si spostano dal verde al grigio passando attraverso un'esplosione di rossi, gialli e arancio che mi mandano in visibilio. Mi piacciono gli odori: quello dell'aria fredda, dei camini accesi, della città che cambia ritmo, dei parchi che cambiano la pelle e riescono a essere ogni volta diversi e incantevoli.

- Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione?
Senz'altro la zucca, potrei mangiarla di continuo e appena vedo le prime sui banchi del mercato comincio a prepararla in mille modi.

- E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza?
I calzini. Li porto anche d'estate, in casa non indosso ciabatte. Ne possiedo una quantità spropositata e d'inverno li porto con sopra i calzettoni che mi tengono al caldo.

Infine

Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa
Pochi di me sanno che ho studiato informatica all'università e che ho cominciato a programmare a 8 anni, su un vecchio Olivetti attaccato alla TV. Negli ultimi 15 anni ho scritto diversi gestionali e realizzato diversi siti web. Poi ho scelto una strada più creativa ma, da buona informatica, ho conservato una grande attitudine all'organizzazione e un forte orientamento all'obiettivo che mi consentono di lavorare al meglio anche da fotografa e content creator.
Potete trovare Valentina Masullo:

sul suo sito
sul suo blog di ricette
sul suo Instagram
sulla sua Facebook Page


***
Grazie di cuore a Valefatina per essere stata mia ospite, un caro saluto e alla prossima!

Tutte le foto usate in questo post sono state scelte da me tramite i canali di Valentina Masullo e sono di sua proprietà.

sabato 25 novembre 2017

798 - Perché a me piace: Gioia Gottini

Scrivere di Gioia Gottini è difficile e semplice allo stesso tempo.
Difficile per due motivi: il primo è che dubito ci sia qualcuna tra coloro che mi stanno leggendo che ancora non la conosce, il secondo è che Gioia è incredibilmente poliedrica.
Semplice, perché Gioia è allo stesso tempo una persona concreta, che offre la sua competenza con una buona dose di pratica chiarezza.

E difatti si definisce Coltivatrice di successi, identificandosi con la figura di una giardiniera, una contadina, una persona lungimirante che sa di terra, di acqua, di semine, proiettando questa competenza molto terrena in un campo astratto e celeste come quello del successo nel biz.

Gioia è soprattutto però interessante.
Il variegato percorso di una donna curiosa e aperta a molte possibilità, le ha portato un enorme bagaglio di conoscenza, idee, esperienza. Il modo in cui opera, unendo tutte queste sue competenze (che vanno dal coaching, all'animazione, all'organizzazione, alla musica, alla scrittura, all'astrologia, alle regole del marketing, alla competenza artistica, alla lettura intuitiva di tarocchi e sogni: vi rimando a questo proposito ad suo post che già da solo è una lezione di vita lavorativa) al suo modo unico di agire (un misto di folgoranti intuizioni e rigorosa logica) dà origine a consigli, risposte e percorsi illuminanti e geniali.

Ma ripartiamo dall'inizio: di cosa si occupa dunque esattamente Gioia Gottini? Facile: si occupa di aiutare le donne in quello che spesso, se fatto da sole, senza competenze e un po' a caso, è un difficile percorso di sviluppo del proprio biz. E lo fa partendo dal punto in cui si trovano in quel momento

C'è ancora da mettere a fuoco il proprio talento? Gioia ha occhiali potenti con cui aiutare a guardare. Sappiamo già di che si tratta ma non come e da dove iniziare? Gioia è meglio di Google Map . Siamo nel mezzo del cammin di vostra (lavorativa) vita, perse in una selva oscura fitta di indecisioni, blocchi, desiderio di cambiamenti e nuove aperture? Gioia ha la mappa per guidarci a riveder le stelle.

Mi permetto di descriverla con un pizzico di scherzo e allegria perché Gioia ha anche tra le sue doti un modo di fare easy, positivo e gioioso.

E infine Gioia è la signora indiscussa dei Mercoledì. Ogni mercoledì mattina infatti, alle 11, dal suo studio di Torino (una mansardina sui tetti) tiene in diretta on line un piccolo corso, accessibile a tutti via youtube, su un aspetto, ogni volta diverso, della vita lavorativa di una free lance.

Bene, mi fermo qui, anch se ho detto nemmeno la metà di tutto quello che Gioia Gottini è e riesce a fare tante sono le sue creazioni e tanto variegata la sua esperienza.

Lascio invece a lei la parola per la breve intervista che è la vera ricchezza di questo post, e di tutti i Perché a me piace.

Signore, ecco a voi Mrs Gioia Gottini in autunno.

Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino?
Non ho un comodino ma una testata del letto. Sopra ci sono un collage a tema onirico che ho fatto qualche anno fa, un paio di libri, 3-4 pupazzi di mio figlio e un vaporizzatore di oli essenziali.

- Raccogli/collezioni qualcosa?
Sì! Candele, tarocchi e il magazine Flow.

- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata?
Il caffè dopo pranzo, una meditazione di 10 minuti tutti i pomeriggi e ascoltare musica in cuffia mentre vado in giro per la città.

Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente? 
Mi ispirano le persone che sanno cosa vogliono fare nella vita e lo realizzano: guardo tutti i documentari di artisti, chef, creativi, sportivi...

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
L’innovazione. Non mi piace copiare nemmeno da me stessa, cerco di innovare sempre.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti?
Originale.

Il tempo, le stagioni

- Quali suggestioni ti dona l’autunno?
Lo adoro! Mi sa di casa, di letture sul divano, di tisane profumate e di relax.

- Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione?
Le zuppe.

- E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza?

Uno sciarpone avvolgente e morbido.

Infine

- Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa 
Se non facessi il lavoro che faccio, avrei voluto essere un “naso”, ossia una creatrice di profumi. Amo annusare nuove essenze, l’olfatto è sicuramente il mio senso più sviluppato. 

 ***
Potete trovare Gioia:

  ***

Grazie di cuore a Gioia per essere stata mia ospite, un caro saluto e alla prossima!

lunedì 20 novembre 2017

797 - Perché a me piace: Aspettaevedrai

Abbiamo tutti, più o meno, una moltitudine di vite parallele che sempre ci aleggiano attorno. 
Sono formate da tutte quelle cose che avremmo voluto o vorremmo fare e non possiamo, per svariati motivi, primo fra tutti perché non possiamo fare tutto. Nelle mie varie vite parallele sono libraia, giardiniera di terrarium, parrucchiera, e molto altro, in posti ben precisi, con tutta una visione molto dettagliata che arriva anche a come sono vestita - e che vi risparmio.

Tutto questo preambolo per dire che mi accorgo adesso che mi soffermo a pensarci, che molte delle donne che ho scelto e scelgo per questo “Perché a me piace” fanno qualcosa che avrei amato fare io in una di queste vite. 

Sicuramente lo fa Sara Arduini di Aspettaevedrai.

Sara, come molte delle mie scelte, è stata un colpo di fulmine, un innamoramento repentino e immediato, un follow messo senza alcuna indecisione sul profilo Instagram dove l’ho conosciuta circa un anno fa. 

Ripensandoci adesso che per scrivere di lei ho visitato in maniera approfondita tutti i suoi canali, quello che ho riconosciuto nel suo lavoro - lavoro che nelle persone di grande ispirazione coincide perfettamente con il modo di essere - è stata la sua nota fondante: la poesia.

Il lavoro di Sara ne è intriso.
Come altro può essere definito l’atto di creare gioielli da cocci di vecchi piatti, fiori o ricordi, se non poesia?

Recuperare, trasformare, ridare vita.
Questo fa Sara nel suo laboratorio di San Polo D'Enza (RE): proprio come l’ape che appare nel suo logo, con l’opera del suo ingegno, dell’istinto e delle mani, trasforma, crea.

Dando vita a poetici monili con alle spalle una lunga storia.

La stessa poesia di questo atto creativo l’ho ritrovata nelle descrizioni che fa dei suoi lavori, nei testi del suo sito e del suo blog, e anche nelle foto che scatta e condivide. 

Una poesia nostalgica e ricca di sensibilità, quella stessa poesia intrinseca nell’wabi sabi, sentimento, modo di essere giapponese, che fa dell'impermanenza, bellezza.

Le linee di monili che Sara crea nel suo laboratorio sono tre:  

Erounpiatto, ovvero collane,  bracciali, orecchini realizzati a partire dai cocci di un piatto vintage

Floralia, ciondoli che racchiudono elementi botanici pressati tra due sottili lastre di vetro

Memorie, ciondoli e orecchini realizzati partendo da vecchi pizzi, merletti, ma anche, nel caso di personalizzazioni, vecchie foto, ritagli di carta, o quanto'altro di delicato e fragile abbiamo a cuore.

Tutti i gioielli sono realizzati a mano con tecnica Tiffany, ovvero una sorta di preziosa rilegatura in rame, stagno e argento. 

Io spero di incontrarla un giorno Sara, magari in un mercatino o a una fiera. La riconoscerò da lontano, una bellissima ragazza dai capelli scuri e tutta una poesia attorno.

 ***
E ora sentiamola Sara, nell'intervista sul suo piccolo mondo, in autunno:

Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino?
L'ho appena riconquistato dopo tre anni (prima il suo spazio era occupato dal letto della mia bimba attaccato al mio) quindi l'ho immediatamente riempito di roba. Libri, kindle, luce da lettura, crema per le mani, burrocacao, salviettine, quaderno e matita che non si sa mai.

- Raccogli/collezioni qualcosa?
In questo periodo della mia vita praticamente tutto il piacere della ricerca, della raccolta e della collezione lo riverso sui miei cocci. Il mio luogo preferito sono ovviamente i mercatini dell'antiquariato e il mio occhio è allenatissimo a trovare piatti sbeccati o difettosi, ma mi sento fortunata anche quando trovo vecchie scatole portagioie e libri e riviste femminili d'epoca. In estate invece, non resisto alla tentazione di setacciare le spiagge alla ricerca di conchiglie belle, vetri e pezzi di ceramica levigati dal mare.

- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata?
Almeno una tazza di tè (di solito tre o quattro), il giro ispirazionale su instagram, e le caramelle di menta.

Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente?
Le nonne, le vecchie foto, la terra, i ricordi, l'Emilia, certa musica.

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
Difficile da dire, anzi forse dovrei essere io a chiederlo agli altri. Il mio lavoro forse non è unico, ma è certamente mio. Io ci vedo una specie di continuità, una compenetrazione tra quello che sono e quello che faccio, quello che amo e quello che creo.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti?
Le persone che io ammiro sono interessanti, coinvolgenti, originali, umili, operose. Mi accontenterei di una briciolina di uno di questi.

Il tempo, le stagioni

- Quali suggestioni ti dona l’autunno?
Faccio lunghe indimenticabili camminate solitarie, che però a livello di attività fisica non mi sono molto utili perchè ogni tre metri sono ferma a fare foto. Ed è incredibile come ogni anno i colori di questa stagione mi emozionino ancora come se li vedessi per la prima volta.

- Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione?
 Caldarroste!

- E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza?
Un maglione di grossa lana che si chiude con una cerniera, smesso da mia sorella, informe e forse anche un po' infeltrito. Di una comodità incredibile. Sempre appoggiato sullo schienale della mia sedia da lavoro e pronto ad essere infilato alla prima sensazione di freschino.

Infine

- Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa
Fobie: pennuti, guida nel traffico e in autostrada. Rumori molesti: metallo contro metallo. Cose strane: ogni tanto ancora mi spalmo il vinavil sul palmo della mano come quando ero piccola, ci soffio sopra per farlo asciugare più in fretta e appena si secca pian pianino lo stacco, con quella sensazione inspiegabilmente piacevole.


Potete trovare Aspettaevedrai:

- sul suo sito

- sul suo Instagram

- sul suo facebook

- nel suo shop

***
Grazie di cuore a Sara per essere stata mia ospite, un caro saluto e alla prossima!
(Tutte le foto di questo post sono state scelte da me attraverso i canali di Aspettaevedrai)

martedì 14 novembre 2017

796 - Perché a me piace: L'Atelier sul Brenta

La decisione di seguire Cristina Pedrocco aka L'Atelier sul Brenta è stata per me, poco più di un anno fa, questione di un attimo. È bastata una foto vista per caso su Instagram perché io fossi subito attratta a entrare nel suo profilo; è bastato uno sguardo generale a quest'ultimo perché io diventassi follower.


Ma cominciamo dall'inizio.
Su un canale del fiume Brenta (attenzione, già un'indicazione: fiume femmina), un canale che lunghissimo arriva alla laguna di Venezia, in una vecchia casa raggiunta da una strada pedonale, vivono una ragazza dai capelli biondi, il cane Remus, due gatti.  La vita scorre lenta col ritmo semplice delle stagioni. La ragazza cuce. Un lavoro antichissimo, sacro. Prendersi cura degli abiti che indossiamo. Pensarli, scegliere le stoffe, tagliarli, cucirli. 


Vi fermate mai a pensare a chi ha realizzato l'abito che indossate adesso? Io spesso. E spesso, ahimé, non ne ho la più pallida idea. Posso vedere la marca all'interno, posso sapere più o meno dove è stato confezionato, posso avere notizie sulla composizione del tessuto o il modo in cui lavarlo.
Ma le mani che lo hanno cucito? Quelle che lo hanno spolverato per togliere tutti i residui di fili, quelle che lo hanno piegato per metterlo nel suo involucro? Io, di quelle mani, spesso non so niente. 


Questo non accade con l'Atelier di Cristina. Perché è lei che crea, è lei che taglia i tessuti, è lei che li assembla, è lei che, quando hanno motivi disegnati, li stampa. È lei che poi li confeziona, è lei che li spedisce. E sempre lei cura i rapporti con i clienti, prende nota delle loro misure e delle loro preferenze. Pure se non li incontrerà mai, perché tutto questo avviene a distanza.
Dalle nostre case, a quel piccolo atelier bianco sulle rive di un canale.


E dunque, abbiamo un fiume femmina, una vecchia casa, una ragazza bionda, un cane, mani che cuciono.


Ma non finisce qui.
Perché gli abiti che Cristina crea sono tutti realizzati con tessuti naturali, cotone e lino in primavera e estate, puro viscosa in autunno e inverno, e in modo sartoriale, ovvero, anche con accessori di altissima qualità dai fili ai bottoni. Questo fa dell'Atelier sul Brenta una sartoria etica.


E infine, arriviamo all'ispirazione, a quello che muove il lavoro di Cristina e fa sì che questi abiti ci rimandino ad atmosfere che in qualche modo conosciamo, ricordandoci qualcosa che ci arriva dal nostro passato, dalla nostra essenza interiore. Questo accade perché Cristina si lascia ispirare, oltreché dall'andamento delle stagioni, principalmente da donne che ci hanno lanciato forti segnali, lasciando importanti tracce nella Storia recente, scrittrici, poetesse, giardiniere, ma anche immaginarie protagoniste di grandi romanzi.


E così i suoi abiti hanno tutti un nome legato a una donna o a un personaggio che in molte abbiamo nella mente e nel cuore: Jo, Holly, Anne, Emma, Virginia, Pia, Susanna, Mary, Doris... e tutte le altre che già da lì sono transitate, o in futuro arriveranno.


Ricapitolando: abbiamo un fiume femmina, una vecchia casa, un cane, due gatti, le stagioni che passano lente, scelte etiche e sostenibili,  grandi donne del passato, una ragazza bionda che cuce.


 Per tutto questo e molto altro a me piace l'Atelier sul Brenta.

***

E ora lascio la parola a Cristina Pedrocco che attraverso le risposte alla mia intervista ad andamento stagionale ci racconta un po' di sè e del suo mondo in autunno:

Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino?
Una lampada Tiffany (minuscola) e un libro su Emily Dickinson.

- Raccogli/collezioni qualcosa?
Oltre i libri amo le ceramiche, soprattutto tazze e teiere.

- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata?
Il caffè al mattino, la passeggiata con Remus per i campi dopo pranzo e stare sul divano davanti al caminetto acceso la sera. (Almeno in questa stagione). 


Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente?
La natura, che mi ha sempre ispirata in tutti i campi della mia vita e la letteratura. Soprattutto quella scritta da donne in epoche dove le donne che scrivevano non erano ben viste. Ho sempre ammirato tanto le pioniere.

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
Questa è una bella domanda! Credo il fatto di concepire un abito a livello sartoriale e non industriale. Non sono una sarta classica ma cucio in maniera personale quasi a plasmare il tessuto come fosse materia tridimensionale. In pratica ho mischiato ciò che ho appreso alla scuola di cucito con ciò che ho imparato in anni di studi artistici. Non so se mi sono spiegata, non è un concetto facile da raccontare. Però è così che mi piace lavorare, cogliendo lo spirito dell’imperfezione tipica di chi lavora a mano.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti?
Mi piace essere professionale, gentile e attenta al prossimo. Non lo sono sempre nella vita reale, ma nel lavoro cerco di fare al meglio queste tre cose e quando me lo dicono sono davvero compiaciuta. 


Il tempo, le stagioni

- Quali suggestioni ti dona l’autunno?
L’autunno è una delle stagioni che amo di più. Sono una persona da mezze stagioni, questa è quella dell’introspezione, del raccolto, del ritrovare me stessa a prescindere dagli altri. Un periodo irrinunciabile.

- Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione?
Le castagne, ne mangerei tonnellate.

- E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza?
Un grande maglione caldo e avvolgente. 


Infine

Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa
Che anche se sembro una persona un po’ all’antica persa nel suo mondo di libri vecchi e teiere in realtà nell’animo rimango una punkettona. Un po’ nonna papera, un po’ Joey Ramone. Un po’ Beatrix Potter e un po’ Johnny Rotten. 



Potete trovare L'Atelier sul Brenta:

- nel suo blog
- su Instagram
- su Facebook
- nel suo shop

***
Grazie di cuore a Cristina per essere stata mia ospite, un caro saluto e alla prossima!

(Tutte le foto di questo post sono state scelte da me attraverso i canali di Atelier sul Brenta, sono proprietà di Cristina Pedrocco, e raffigurano sue creazioni e immagini di vita quotidiana)


mercoledì 8 novembre 2017

795 - Perché a me piace: Tulimami!

È con immensa gioia che in questo grigio mercoledì così perfettamente novembrino riprendo, come avevo anticipato nel mio ultimo post, una delle rubriche che più ho amato in questi anni di blog: Perché a me piace.

In questo appuntamento, per me sempre speciale, ospito, presento, intervisto, donne creative di cui amo il modo, non solo di lavorare, ma anche di essere, di porsi. Donne che fanno del loro lavoro un'emanazione della loro personalità, creando qualcosa di unico, riconoscibile, di grande ispirazione.

***

Ho il grande piacere e onore di aprire questa nuova stagione di interviste con... Anna Pozzan aka Tulimami!
Anna Pozzan aka Tulimami

Già il nome, Tulimami, e lei stessa, non sono una meraviglia che apre al sorriso?

E difatti: "Ho una missione ben precisa" dice presentandosi "ed ho fatto fatica a metterla a fuoco perché mi sembrava troppo grande e pretenziosa per un piccolo brand come il mio: far vedere la poesia delle cose più semplici e gentili perchè è lì che il mondo diventa più bello."

Grande o pretenziosa che sia, Tulimami riesce pienamente a onorarla, a starci dentro.
Perché il suo è un piccolo meraviglioso mondo di colori, sorrisi, gentilezza, bizzarra tenerezza, bufferia

Attenzione però: quando descrivo questi mondi leggeri e colorati, questi modi di porsi, di creare e lavorare gentili e gioiosi, potrebbe sembrare che io stia parlando di qualcosa di frufru, trallallà, mi metto lì e che ci vuole, un tocco qui e un tocco là, creo il mio brand ed è fatta.
Che ci vuole un corno (con rispetto parlando, come diceva una mia cara zia).

Perché dietro ogni mondo bello, gentile, gioioso, ci sono cura, attenzione, preparazione, ricerca continua della propria unicità e sua aderenza assoluta, continui aggiornamenti, professionalità, e molte (molte, molte) ore di lavoro

Questa è una precisazione che voglio fare subito, perché sia chiaro che non si prescinde da queste doti per poter emergere come queste splendide donne fanno.

Il Tulilab

Nel Tulilab, luogo reale situato a Vicenza, dove Tulimami crea, nasce il suo prodotto più rappresentativo: delicati bijoux in legno tagliato, sagomato e dipinto a mano (su entrambi i lati), ognuno dei quali racconta una storia

Tulimami è bravissima ad inventarne e raccontarle, è un vero dono il suo, e proprio per questa narrazione innanzitutto interiore, può regalare ai suoi personaggi la vita che hanno, e che si esprime in un dettaglio, nello sguardo, nella posa, in un certo modo di sorridere.

Unicorno - collana

Da Tulimami io comprerei praticamente tutto - sebbene abbia già le mie preferenze, tra le quali non so scegliere, e quindi finirà che prima o poi me le regalerò tutte.

La giapponesina - collana

Il pettirosso - spilla

Ma voglio ora lasciare la parola a lei, tramite l'intervista, che se ricordate dalle precedenti, ha carattere stagionale
Le domande sono rimaste pressappoco le stesse, ho giusto cambiato qualcosa, visto che di tempo ne è passato e  così come passano gli anni cambiamo noi e il mondo che ci circonda.

Barchetta - spilla blu e rosa cipria

E dunque ecco a voi Tulimami in autunno.


***

Tu, tutti i giorni

- Cosa c’è sul tuo comodino?
Un paio di romanzi, il diario One line a day (è un diario che dura 5 anni ed ogni anno ricomincia, così ogni giorno puoi leggere cosa hai scritto nello stesso giorno gli anni precedenti) e la crema per le mani.
    
- Raccogli/collezioni qualcosa?
Non faccio collezioni ordinate e metodiche, ma mi piace raccogliere oggetti di vario genere. Le mie raccolte preferite sono quella di quaderni e quadernetti, ciotole e ciotoline variamente decorate e tazze per il caffè.
- Quali sono i tre riti irrinunciabili nella tua giornata?
Le coccole con mio figlio nel lettone prima di alzarci, il caffè dopo pranzo e scrivere qualche riga alla sera prima di dormire.

Ikebana - spilla
Il tuo lavoro

- Chi/cosa ti ispira maggiormente?
Per me l’ispirazione è una sostanza fluida che ti accarezza come un balsamo e non ha una provenienza precisa. E’ una fusione di ciò che mi piace e mi stimola di più, di ciò che ho letto e visto, ma anche solo sognato. E’ la ricerca di un’emozione che faccia stare bene, di una forma che aspira alla bellezza, del desiderio di prendersi cura degli altri attraverso un manufatto (sì, si può fare). La natura più di ogni altra cosa è la fonte di questo balsamo, coi suoi animali ed i suoi fiori ed i suoi colori. Ad essa si fondono la mia passione per il design nordico, per le favole e per il Giappone, dando vita a delle linee di gioielli che sono contaminati da tutti questi elementi.

- Qual è l’aspetto tutto tuo, la polverina magica, ciò che rende il tuo lavoro unico?
Credo che sia la favola, intesa proprio come forma narrativa. I miei personaggi e le mie immagini, che diventano gioielli, ma in generale tutto il mio mondo, è molto legato alle favole, quelle che ho letto, innumerevoli, nel passato e che sicuramente condizionano la mia comunicazione e soprattutto il mio sentire, e quelle che scrivo, che veicolano la mia sensibilità ed un modo poetico e gentile di vedere il mondo.

- Quale aggettivo ti piacerebbe gli altri usassero per definirti?
No niente, mi arrendo, sarà un quarto d’ora che ci penso, non so risponderti!
 (ce l'ho io un aggettivo mio personale per Tulimami e mi permetto di aggiungerlo: luminosa!)

Tulipano - spilla
Il tempo, le stagioni

Quali suggestioni ti dona l’autunno?
Di ogni stagione, amo prendere tutto ciò che stimola i sensi. Sarà per questo che non ne ho una preferita, perché sono tutte generose. In autunno c’è il sapore della zucca e le castagne. L’odore del bosco bagnato. L’arcobaleno nelle foglie e l’azzurro frizzante nel cielo. Il primo freddo, ma ancora il tepore del sole in mezzo alla giornata.

Qual è il tuo cibo preferito in questa stagione?
Non ho dubbi: il risotto alla zucca!

E il capo d’abbigliamento cui non puoi stare senza?
Il mio cappottino di lana rosa.

Cinderella - collana
Infine 

Raccontaci qualcosa di curioso su di te: un aneddoto, un’idiosincrasia, una passione... qualcosa che chi sta leggendo ancora non sa... 
Se potessi andare a cena con un personaggio famoso, vorrei andare in trattoria con Gianni Rodari. Mi piace sagomare statuine con la cera sciolta delle candele ed adoro quel calorino sulla pelle di quando la prendi tra le dita. Non sopporto le persone che si lamentano per tutto e per niente, perché ho imparato tanto da chi aveva tutti i diritti di lamentarsi ed invece trovava la gioia e la vita in ogni piccola cosa.

Marcello - collana

Tutto questo e non solo, anzi, direi molto molto di più, è quello troviamo varcando la porta che conduce al laboratorio di Tulimami.
Il suo mondo gentile.

Jardin des TULIeries
Potete trovare Tulimami:

- nel suo sito
- sulla sua pagina fb
- sul suo instagram - non perdetevi le Stories! La Tuli è così accogliente che sembra di essere a casa con un'amica
- nel suo shop

***

Grazie a Tulimami per essere stata la mia prima ospite in questa nuova serie di Perché a me piace.
Ho grandi idee per questa rubrica e un numero di creative meravigliose in arrivo.
Stay tuned!

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