sabato 28 febbraio 2009

199

per le felci, perché le camelie formano quasi un arco, per il muretto di ardesia, per le scale, perché è luminoso, perché è un passaggio, perché è tutto molto vecchio lì, per tutti questi motivi, e non solo, questo è uno dei miei piccoli insignificanti posti preferiti.

mercoledì 25 febbraio 2009

196 - sperimentazioni serali




che succede se mentre scatto mi muovo come si muove il vento?
così pensavo.
e ho scattato.
(con la speranza che nessuno mi stesse guardando in quel momento... ;))


martedì 24 febbraio 2009

195 - mardi gras

al mio paese era uso vestirsi, chissà per quale antica tradizione, da "stracci".
abiti informi tirati fuori dai bauli, bucati, sgualciti.
lenzuola come mantelli.
il viso coperto da un cappuccio bianco, con due buchi per gli occhi. le voci in falsetto.
questi spauracchi, anime in pena-spaventapasseri, correvano per le vie sul mare come fantasmi inquieti.
li guardavo da lontano: mi facevano paura, mi divertivano.

questo il ricordo più malinconico del carnevale.
forse anche il suo senso più profondo.
un misto di sguaiatezza, paura, divertimento.
un correre inquieto di fantasmi umani.

***

andrò a dormire immaginando di essere a Venezia.
e in quel momento tra veglia e sonno in cui tutto è possibile passeggerò tra i canali.
sbirciando nelle case illuminate.
passando attraverso feste sontuose.
invisibile.
leggera.

e poi, quando tutto è finito, e non è più notte e non è ancora mattino, mi fermerò a raccogliere gli ultimi coriandoli per lanciarli nel vento, mentre per strada non passa più nessuno.

martedì 17 febbraio 2009

194 - una difficile scelta


non mi so decidere.
preferirei viaggiare su quel treno e vedere le case con la torre a strisce bianche e rosa scorrere dal finestrino, o abitare nella torre a strisce bianche e rosa e vedere il treno rosso che passa ogni mattina?
o ancora, meglio forse sarebbe invece vivere nella casa rossa di là dal mare, e da lì vedere in lontananza il treno che passa davanti alle case con la torre a strisce bianche e rosa?
o alla fine, meglio di tutto, non sarebbe forse essere il clandestino alato che di buon mattino si fa trasportare dalla locomotiva?
ah, che dubbi, che scelte, che dilemmi...

lunedì 16 febbraio 2009

193 - faro giramondo

e viaggiando viaggiando, per terra e per mare (molto più probabilmente per aria, ma per mare mi pare più poetico e visto il tempo che ci ha messo direi quasi verosimile ;)) un faro ha viaggiato da genova alle lontane americhe.
curiosamente passando anche da parigi. evidentemente i fari hanno loro giri segreti.
adesso se ne sta bello tranquillo e soddisfatto a casa di ika.
la vincitrice della lotteria d'inverno.
questi fari, che giramondo!


venerdì 13 febbraio 2009

192 - promemoria

preferisco:

- gli orti tra le case
- i cortili nel sole delle tre
- le erbe sul davanzale
- avere sempre con me un taccuino
- avere sempre con me un piccolo libro
- i vecchi valzer e chi li balla
- i suonatori di fisarmonica
- le scarpe coi laccini
- il pane fatto in casa
- le case dove vive un gatto
- chi lavora a maglia
- chi sa fare i cesti
- i cesti stessi
- le strade dei camminatori
- conservare i biglietti del teatro
- leggere poesia
- fare liste per tenere sempre a mente le mie preferenze

e buon sabato :)


sabato 7 febbraio 2009

191 - febbraio, al pomeriggio

a volte è così.
tra uno scroscio e l'altro di pioggia, nelle vie semivuote del centro aleggiano profumi di forno: focaccia alla salvia, al rosmarino, alle olive.
una donna guarda da una finestra aperta.
i gabbiani fanno la spola tra tetti e scogli.
mi piace andare in queste vie tutte lavate da acqua abbondante.
la libreria apre per prima, ma io sto già rientrando.
è stata una breve passeggiata. giusto il tempo di tre foto.

venerdì 6 febbraio 2009

giovedì 5 febbraio 2009

189 - Come nasce una fata


All'inizio c'è una tavola di legno.
Eccola:

Dovrà accogliere una fata, questa è per ora l'unica certezza.


La tavola viene trattata (con diverse mani di gesso acrilico e buone passate di carta vetrata tra una e l'altra) in modo che sia pronta per accogliere un disegno,


che è questo: ovvero la fata senza per il momento alcun particolare. Solo le sue forme, i lineamenti, la postura.


Poiché procedo sempre per avvicinamento, coloro per primo ciò che è più lontano, ovvero il cielo.
Scelgo due tinte opposte, perché  questo crea l'atmosfera che voglio: un luogo sospeso tra alba e tramonto.


Decido il colore che avrà l'abito, scelgo il verde, sanza particolari motivi, per istinto,


quale invece sarà quello dei capelli, anche in questo caso mi affido all'intuito scegliendo un nero profondo,


mentre nell'abito comincio a tessere pennellata su pennellata, i mondi che dovrà accogliere.
Mondi di fata: mondi di una fata tra albe e tramonti.


I mondi continuano a popolarsi: fiori, uccelli, case...


Poi per qualche tempo mi concentro sul fuori, dove nascono arbusti fioriti,


seguiti da notti lunari sul basso, giorni luminosi sull'alto.
E infine lineamenti della fata e dai suoi ornamenti.

Per ultime arrivano le scritte, e sono queste il messaggio che la fata porta, la sua grazia, la sua benedizione.
E capisco che da lì tutto è iniziato, da quelle parole che formano anche il titolo - L'orlo del cominciamento, che avevo già scelto - e dalla poesia dal quale questo titolo arriva, gli splendidi versi di Mariangela Gualtieri che così recitano:

Adesso fa notte – fa preghiera.
Apre le serrature del silenzio
fa apparire la mappa siderale
e ci inginocchia per quello spazio
immenso, fra qui e l’orlo
del cominciamento
quando le spine dorsali
stanno tutte stese.

E poi la fata è qui, finita.
Pronta per raggiungere la sua casa.
Dove già si trova.



***

Vi ricordo che L'orlo del cominciamento è sempre anche disppnibile nel bellissimo formato stampa che trovate nel mio sito



E questa è la storia di un dipinto di fata. 
Spero sia stata per voi una storia bella, un abbraccio, e alla prossima :)

mercoledì 4 febbraio 2009

188 - daniela, parigi, calme et cacao

in un giorno di fine autunno, daniela mi ha chiesto di creare qualcosa per lei.
qualcosa con un tocco parigi, con certi suoi colori, con un cenno alla sua arte pasticcera...
un invito irresistibile questo, per me.

è nata così la ragazza che vola su parigi -assieme ad una famiglia di rondini, con un vestito di rose, con un certo profumo di fiori misto a quello dei dolcetti delle fate, e con le sue fidate scarpette rosse, quelle che se batti i tacchi tre volte...- che la carissima daniela ha sistemato al posto d'onore del suo delizioso blog calme et cacao .

ora, dovete sapere due cose su questo blog:

- è bellissimo: vi aleggiano profumi di pasticceria, si intravedono angoli di vecchie botteghe di parigi, e quando daniela è in viaggio, spume di oceano e spiagge infinite

- è stato il mio primo blog. prima non sapevo cosa fossero esattamente. non mi ci ero mai soffermata con attenzione. fu proprio la ragazza di parigi che una sera mi ci condusse per mano.

si può dunque certamente dire che calme et cacao è per me la madre di tutti i blog, e daniela la mia prima ispiratrice. e che certamente da oggi la visiterò con un sorriso in più.
:) questo.


domenica 1 febbraio 2009

187

"febbraio.
nella stalla delle pecore, di sera, c'è un'atmosfera di grande pace. sono sempre contenta di passare del tempo lì, quando ho finito di distribuire il fieno. sto in silenzio, in un angolo e le osservo mentre ognuna trova il proprio posto, sempre lo stesso, e gli agnelli fanno un grande mucchio insieme al centro della stalla.
(...)
in tutto il mondo celtico, prima dell'arrivo del cristianesimo, c'erano quattro grandi feste durante l'anno e una di queste cadeva il 1° febbraio, e si chiamava Imbolc. in gaelico questo vuol dire "nel ventre" e difatti questa festa celebrava la lattazione delle pecore. forse questa parola che ricorda "involucro" è anche un modo per accennare alla primavera che è ancora nascosta nel ventre oscuro dell'inverno. ma ogni anno, vivendo questo periodo così miracoloso e pieno di pericoli (la scrittrice si riferisce alla filiazione delle sue pecore che avviene agli inizi di febbraio), capisco come una società che viveva di pastorizia, celebrasse l'arrivo degli agnelli come un primo segno di fertilità o meno del nuovo anno. mentre fuori nevica, dentro la stalla c'è un senso di forza vitale, un groviglio di piccoli corpi pieni di energia che saltellano e chiamano.
..."
etain addey "una gioia silenziosa - i diari di pratale"


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