giovedì 30 marzo 2017

786 - Un dipinto della primavera e la sua storia

Questo dipinto inizia da qui.
Dal significato etimologico di un passaggio stagionale. 

Equinozio di primavera. 
Dal dizionario etimologico: 
Equinozio - lat. Aequinòtium, da Equus, uguale, e Noctium, da Nòx Nòctis, notte; momento in cui il sole, passando sugli equatori, rende il giorno uguale alla notte in tutti i paesi della terra.
E ancora:
Stagione - lat. da Statio-ōnis, sosta, fermata, der. di stare fermo
E infine:
Primavera - lat. da Primus, primo, e Ver, la cui radice sembrerebbe Vas, dal sanscrito: ardere, splendere - da ricollegarsi a Vesta, dea del focolare domestico.

Non so che tipo di guida mi abbiano fatto queste parole, queste immagini archetipe, so solo che tutto è iniziato da lì.


In questa prima fase di lavorazione, potete osservare solo il tenue colore del cielo, le campiture delle case e un abbozzo di alberi e arbusti. Nei colori, nelle forme, nell'atmosfera, volevo un dipinto che evocasse pace, calma, equilibrio. Non mi ero creata una particolare palette di colori, avevo solo in mente qualcosa di tenue e avvolgente, qualcosa che ho seguito facendomi guidare da tonalità sfumate di rosa, grigio, verde, giallo senape - tutto mescolato ad una punta di bianco avorio per rendere i colori meno brillanti.


In questa seconda fase, riempite tutte le campiture del quadro, ho continuato il procedimento, come sempre faccio, venendo in avanti.
Ho creato il foliage di alberi e arbusti: osservando l'immagine potete notare la differenza tra gli arbusti già riempiti (i quattro in basso sul davanti) e quelli su cui devo ancora intervenire, che si presentano ancora con una base verde uniforme.
E anche il lavoro su quelli già riempiti non è ancora terminato: occuperà tutta l'ultima fase della lavorazione, quando mi dedicherò a sfumature e definizioni.


Dopo essermi dedicata alla foliazione e fioritura di tutte le piante e gli alberi in basso e alla sinistra del dipinto, ho completato il poco che rimaneva sulla destra.
Questo è solo un lavoro intermedio, poiché ci torno poi sempre sopra nella fase finale per definire/togliere/aggiungere/calibrare/ombreggiare/sfumare.
Costruire un dipinto è anche, e forse soprattutto, una questione di equilibri: la relazione tra gli spazi riempiti e quelli che rimarranno vuoti, quella tra le zone in ombra e quelle in luce, come l'alternanza di colori che virano più al caldo e quelli che tendono al freddo, etc.
Per me tutto questo, adesso, è puramente un fatto istintivo, naturale: dopo più di venti anni di lavoro continuativo non è più una questione di regole (che ci sono, e inizialmente sono di grande aiuto) ma di osservazione, e di sentire proprio il quadro nelle mani.


Ed ecco il dipinto finito.
Tutto è compiuto, ogni pianta ha avuto foglie e fiori in un gioco di equilibri, di chiari e scuri, di caldo e freddo, come vi ho raccontato nelle foto precedenti.
E così ci sono queste case, c'è un giardino incantato che le avvolge e le protegge, pieno di canti di uccelli, di un leggero stormire di fronde, del profumo dei fiori e delle foglie nuove.
E c'è un giorno speciale nel quale tutto è fermato nel suo perfetto equilibrio, e proprio in onore a questo equilibrio, ai giorni in cui il quadro è stato realizzato, e all'atmosfera di attesa che porta con sé, il suo titolo è - non poteva essere altrimenti che:
Equinozio di primavera.

E qui con l'andamento circolare che tanto mi piace si chiude il cerchio tornando alle frasi con cui tutto era iniziato. 
Dal dizionario etimologico: Equinozio - lat. Aequinòtium, da Equus, uguale, e Noctium, da Nòx Nòctis, notte; momento in cui il sole, passando sugli equatori, rende il giorno uguale alla notte in tutti i paesi della terra.


*** 

Equinozio di primavera è stato dipinto su legno con tecnica mista e misura cm 40x40.
È disponibile per le vostre case nel mio sito, sia come dipinto originale che in formato stampa.

***

Non è facile raccontare il procedimento mentale e fisico di un dipinto, mi piace molto farlo, ma ho sempre il dubbio di non riuscire a dire tutto o a farmi capire. Ma forse non è nemmeno così necessario, no?
Ogni dipinto è unico per chi lo osserva e parla ad ogni mente, ad ogni cuore, ad ogni anima, in modo diverso, raccontando ad ognuno la sua stessa storia.

lunedì 13 marzo 2017

785 - Cose piacevoli di quasi primavera

I passaggi da una stagione all'altra sono momenti impegnativi.

Specialmente quando, almeno per quanto mi riguarda, il passaggio è quello dall'inverno alla primavera. La luce che torna, la natura che si risveglia, una certa energia sottile che ci avvolge e ci invade, possono in certi casi trasformarsi in irrequietezza - ovvero energia che assorbiamo e disperdiamo in maniera disordinata - o al contrario in stanchezza eccessiva - ovvero energia che stagna, che vorrebbe fermarsi ancora un po' in letargo.
In momenti come questo è utile, secondo me, e a volte necessario, ripuntualizzare quello che ci piace per dargli lo spazio che necessita.

E così stamani mi sono messa lì con taccuino e penna e ho appuntato le cose che mi piace fare in questo periodo:

- annusare oli essenziali - ogni cambio di stagione ne acquisto uno o due che faranno da guida per i giorni a venire, e questo è indubbiamento un momento piacevole e un'attività che tende e ricentrarci

- osservare il cielo - mi piace sempre, ma specialmente nei tramonti e crepuscoli di fine inverno lo trovo ipnotico, il miglior modo per me di fare pulizia nella mente e cercare solo di essere

- ascoltare, cercando di farmi invisibile, il canto degli uccelli - nei pressi della primavera sono meravigliosi ricamatori dell'aria; e specialmente con la prima luce del mattino e l'ultima della sera il loro canto è una vera cura per l'anima

- finendo un libro amato fare ogni tipo di ricerca che lo riguardi - mi sta succedendo con Benedizione, così come era successo per Canto della pianura, entrambi di Kent Haruf, entrambi amatissimi

- scoprire casualmente un artista che mi piace e guardare con attenzione tutti i suoi lavori - due nomi  che si fondono in uno: Susan Collier e Sarah Campbell

- leggere poesia - è la mia guida sempre, specialmente nei momenti in cui mi devo riarmonizzare; alcuni suggerimenti: Mariangela Gualtieri, Mary Oliver, Chandra Livia Candiani, e nel mio cuore, sempre, Billy Collins

- nei momenti di assoluto relax, guardare e soprattuto forse ascoltare, video di persone che, in perfetto silenzio, e dunque solo con i suoni prodotti dalle loro azioni, cucinano o tagliano i capelli - con i capelli andiamo nel feticismo per quello che mi riguarda ;)

- rimanendo nel feticismo capillifero, cercare immagini di donne che hanno smesso di tingerli e trovarle bellissime

- entrare nel mio profilo pinterest, aprire una bacheca a caso e perdermi nelle foto che ho raccolto in questi anni - mi capita poi di rivederle nella mente come in un bellissimo caleidoscopio

- preparare i pacchetti per chi ha acquistato da me - che siano stampe, che siano originali, che siano libri, incartare tutto con cura, aggiungendo piccoli gadgets, biglietti, silenziose benedizioni


Quattro fatine in partenza per Roma

Come potete vedere sono attività molto semplici, che non necessitano di fatica o energie particolari. Non si tratta di intraprendere qualcosa di nuovo, darsi compiti, fare liste buoni propositi (la primavera, a parer mio, non è il momento migliore per questo) ma solo di sostare e godere tra le cose che amiamo, per riequilibrarci e assorbire dal bello le giuste energie per rinascere, così come fanno i fiori.

E voi, cosa amate fare, per il vostro semplice benessere, in questo momento?

martedì 7 marzo 2017

784 - Nuovo anno, nuovi dipinti

Buongiorno e bentrovati a tutte e tutti voi che mi seguite!

L'inverno ci sta lasciando, il sole caldo di oggi, i fiori nuovi, il verde tenue delle primissime foglie, tutto ormai sta annunciando la nuova imminente stagione.
Come state trascorrendo questo periodo? Che novità vi sta portando?

Vi racconto un po' di me.
Le mie giornate scorrono nella solita consuetudine, tra lavoro, passeggiate, osservazioni, letture, nuove idee da sperimentare e verificare. 
Non so se vi avevo raccontato che ho aperto un account anche su Instagram: mi trovate come @tizianarinaldiart

La gestione dei social in effetti si sta facendo, per chi lavora soprattutto in rete, sempre più articolata e vasta. Sono stata molto indecisa su quanto fosse il caso di iniziare a gestirne uno in più - già ho il sito, facebook, pinterest: aggiungerne un altro? Come avrei potuto gestirlo? 

Come sempre ho deciso un po' istintivamente, mi sono iscritta, ho iniziato a postare immagini un po' a caso, mi sono fatta rapire e incantare da profili meravigliosi che ho iniziato a seguire, poi, per fortuna, mi è venuto incontro il manuale scritto da Rita Bellati (se non la conoscete vi consiglio proprio di iniziare da lì, dal suo account Instagram, un luogo di bellezza, poesia, incanto),  che mi ha chiarito e mi sta chiarendo ancora le idee e mi sta aiutando a districarmi fra hastag, continuità, atmosfere, ma soprattutto mi sta aiutando a capire che storia voglio narrare lì e che direzione prendere.
Si intitola Instagram secondo Mys.cottage  e se non lo conoscete e siete interessati all'argomento  non posso che consigliarvelo caldamente.

Tornando a noi e a questo blog, come avrete certamente notato, anche perché lo sto ripetendo ormai da mesi, non riesco ad esser continua nel postare, proprio per questo allargamento di media su cui sono presente.
Mi sono chiesta più volte se l'idea di blog, in un mondo web sempre più veloce, non fosse ormai superata, se non fosse arrivato il momento di chiuderlo e proseguire attraverso mezzi più semplici, immediati, meno discorsivi.

Però vedo che quando voglio cercare di approfondire qualcosa è qui che torno, e dunque mi sono detta che, seppure aggiornandolo in modo discontinuo, quando ho davvero qualcosa da dire, da condividere, da comunicare, io vorrei continuare questa storia con chi ha ancora voglia e desiderio di seguirmi.

Cambiando discorso, ho letto ultimamente dei libri che mi sono piaciuti tanto, ne cito oggi due su tutti: Un'eredità di avorio e ambra di Edmund De Waal, la storia di una collezione e della famiglia alla quale è appartenuta che si snoda attraverso due secoli, una lettura bellissima e struggente, e Canto della pianura di Kent Haruf che narra invece il semplice scorrere dei giorni per alcuni abitanti di una cittadina del Midwest americano, e lo fa con una prosa poetica bellissima, con un sentimento di profonda comprensione umana, rendendolo proprio canto, un canto leggero e profondo allo stesso tempo.

E infine veniamo al mio lavoro.
Ho iniziato l'anno con la voglia e l'intento preciso di tornare su alcuni dei miei temi principali e approfondirli. Ho voglia di grandi tavole colorate, di case, fiori, di piccoli mondi luminosi. Con questo intento ho realizzato:

Un giorno di sole


Verso casa



Rimani

Quasi sempre li racconto, i miei quadri. 
Questa volta vorrei che a parlare fossero solo le immagini, e quello che, per ognuno di noi, possono evocare.
Ognuno vive, qualsiasi cosa - evento, lettura, brano musicale, immagine - in modo assolutamente soggettivo. Per ognuno di noi dunque, una stessa immagine, sarà diversa nella percezione, così come il nostro vissuto è.

Aggiungo solo che, il mio intento è quello di raccontare, con ogni mio quadro, un'intera piccola storia. Spero di essere riuscita (anche questa volta) e che queste storie possano in qualche sottile modo essere raccontate, dal quadro stesso, a chi le osserva.

Di ogni dipinto potrete trovare, nel mio sito, misure, tecnica di esecuzione e prezzo. 
Tutti e tre sono infatti disponibili per un acquisto, non vedono anzi l'ora di trovare il loro posto in quella che da sempre, da prima ancora che io li dipingessi, è la loro casa.

Direi che per oggi posso fermarmi qui, a tutte e tutti voi una buona continuazione di giorni, un abbraccio, e alla prossima!

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