Una volpe vecchia
Il sole invernale
brilla fin dove arriva l'occhio;
brilla sul campo sfiorito di erbe argentee.
Per quattro o cinque giorni
la volpe solitaria rimane lì a dormire.
Sa che le erbe sfiorite color argento, la luce e il vento
nascondono la sua esistenza.
Diventa luce e ombra
e cerca di diventare un sasso
che sta lì da diecimila anni.
Nel vento dell'autunno, forte come onde impetuose,
la volpe dorme.
Diventa luce, ombra, sasso e nuvola
mentre dorme
sognando.
Non ha appetito,
può solamente sognare questo sogno.
Il sogno cresce piano piano,
si espande all'infinito,
e diventa l'universo stesso.
Ecco:
la volpe è sparita.
(Shinjiro Kurahara - traduzione a cura di Addey/Lomele)
Shinjiro Kurahara
Nato nel Kumamoto Prefecture in Giappone nel 1899, studiò letteratura francese all'Università di Keio, ma la sua ambizione originaria era di studiare l'arte. Aveva passato la maggior parte del suo tempo negli anni precedenti disegnando vasi nei musei e da giovane aveva già acquisito una passione per le antichità. Verso i trent'anni, scrisse vari racconti e la sua prima collezione Paesaggio con gatto fu pubblicata nel 1927. Seguirono le poesie e a quarant'anni pubblicò il suo primo libro La luna piena dell'est. La poesia qui pubblicata, fa parte della raccolta Sette poesie della volpe, dalla sua ultima collezione, Char, che vinse il prestigioso Premio Yomiuri per la Letteratura, poco prima della sua morte nel 1956. Lascia sei libri di poesie, ma purtroppo, è nel suo paese, adesso completamente dimenticato.
(tratto da Lato Selvatico n. 37 Equinozio d'Autunno 2010 - pubblicazione aderente al movimento bioregionale - coordinamento redazionale a cura di Giuseppe Moretti)
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l'alba azzurrina di un fine Agosto in Maremma, è fatta anche del sogno di infinite volpi.