questo leggevo stamani su una rivista di giardinaggio.
e mi è così piaciuta questa definizione che me la sono portata dietro tutto il giorno, soffermandomici ogni tanto, fino ad arrivare, questa sera, a scriverne qui.
vogliono sentire i rumori del mondo.
lì, nella loro dimora buia, durante la loro lenta trasformazione in germoglio, vogliono sapere ancora di noi.
vogliono ascoltarci.
vogliono sentire il suono delle campane come recita un detto della vecchia saggezza contadina.
vogliono sentire i rumori del mondo.
mi chiedevo, servirà a qualcosa saperlo?
chissà.
poiché semi ne piantiamo continuamente, non solo nella terra, forse, se ce ne ricorderemo, un giorno a qualcosa servirà.
Servirà forse a farci imparare dai semi: qualche volta dovremmo "interrarci" anche noi, in attesa, nel buio e nel silenzio, per crescere e ricaricarci... ma non troppo lontano da perdere contatto con il mondo, con le voci che ancora ci chiamano... noi solo diremo "aspettate ancora un attimo, fra un po' arrivo"... Ti senti un po' un seme anche tu, cara Tiziana, oppure adesso sei la pianta che è uscita dopo un lungo tempo di interramento? Un bacione!
RispondiEliminaCome al solito hai trovato le parole giuste per dire con delicatezza e ironica poesia una cosa molto vera e molto bella. Io sono assolutamente convinta che serva saperlo: di semi, come dici tu, ne piantiamo sempre. Per fortuna.
RispondiEliminaUn grande abbraccio