leggevo ieri sull'ultimo numero di Gardenia, che il luogo più arido del pianeta ha un nome e un indirizzo: si tratta del deserto di Atacama, in Cile, dove pare non abbia piovuto significativamente dal 1570 al 1971.
quattrocento anni senza acqua.
è così arido lì, che persino le maestose montagne che lo circondano, vette che toccano anche i settemila metri, sono pressoché prive di neve, di ghiacciai: in questo deserto non cade infatti neanche un millimetro di pioggia all'anno.
non vi crescono erba. né tantomeno fiori. hanno agio di vivere lì solo alcune rare cactacee.
eppure, questo luogo arido e apparentemente privo di vita, è capace di un prodigio di bellezza che ha quasi del miracoloso: con cadenza di cinque/otto anni, all'inizio dell'autunno, piove. non pensate ad una pioggia abbondante. pochi millimetri d'acqua: una decina. quelli che bastano. quelli che bastano perché il prodigio si compia. perché quella terra apparentemente senza vita, torni indietro nel tempo, indietro, indietro, indietro, fino al 1500, e poi ancora prima, e prima ancora, e trovi lì tra i ricordi primordiali, quello più bello, più prezioso e semplice allo stesso tempo: creare fiori.
fiorire.
ed è una fioritura straordinaria, colorata, intensa, che allora copre come un tappeto quella terra, trasformandola da deserto a giardino.
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fiorire.
quest'anno non voglio intristirmi con buoni propositi che so già difficilmente mantenibili.
quest'anno voglio voglio tenere a mente promemoria suggeriti dalla natura, grande vera maestra.
e dunque, promemoria numero uno:
ricordarsi, dopo ogni pioggia, di fiorire.
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Fiorire
dipinto nel 2009, disponibile adesso come stampa |
a presto.
e buoni fiori :)