sabato 30 gennaio 2010

362 - Rach 2: un libro, un concerto, un viaggio

ho sempre amato visceralmente il concerto n. 2 per pianoforte di Rachmaninov, senza sapere molto né di lui, né del brano stesso.
era un amore solo viscerale, appunto.
stamani questo amore viscerale, è diventato di più.
è diventato altro. è diventato un viaggio.
vediamo se riesco a trasmettervi come.

***

Sergej Vasil'evic Rachmaninov compone questo concerto all'età di ventisette anni, dopo un lungo periodo di profondissima depressione.
una depressione durante la quale ha pensato di lasciare tutto. di non suonare né comporre mai più. durante la quale tocca le corde del nero più profondo: gli inferi dell'animo umano.
ma.
ma siamo, per fortuna, nei tempi in cui si stanno affermando e diffondendo i primi studi psicoanalitici.
ed è proprio alla psicoanalisi che Rachmaninov si affida per curarsi.
una cura della durata di tre anni.
dopo i quali rinasce.

***
sono immersa (ed è proprio la parola giusta) in questi giorni d'inverno nella bella lettura "Variazioni selvagge" di Hèléne Grimaud.
l'autrice, pianista affermata, ama visceralmente (già!) Rachmaninov.
tanto da volerlo a tutti costi suonare all'immatura età di quindici anni, sfidando i professori del conservatorio di Parigi nel quale sta studiando.
e oggi, in una lettura di primissima mattina, è proprio qui che sono approdata: al porto del concerto n. 2 per pianoforte di Rachmaninov, porto nel quale mi stava aspettando l'autrice del libro per descrivermi le sue sequenze. per narrarmi della sua nascita.

***

è l'autunno del millenovecento.
dopo un lungo periodo di buio profondo, e tre anni di conseguenti cure psicoanalitiche, Rachmaninov rinasce.
e lo fa proprio componendo il concerto n. 2 per pianoforte.

***

così, questa mattina, dopo aver riposto il libro, essermi vestita, aver fatto colazione, sono andata a cercare e riascoltare questo brano.

fatelo anche voi.
ascoltatelo.
concedetevi questo piccolo lusso.
e sentirete come questo pezzo (composto non a caso nel periodo che va da ottobre ad aprile, autunno-primavera, buio-luce, morte-vita) è proprio, davvero, in tutti i sensi, in tutti i suoi movimenti, un brano di morte e rinascita alla vita.

***

qui di seguito, per la serie del piccolo lusso di cui sopra, la prima parte della splendida esecuzione della Grimaud stessa diretta da Claudio Abbado




***

e se poi vorrete, in un lungo crepuscolo di pioggia, o in un'ariosa mattina di sole, concedervi il lusso dei lussi, ecco qui l'intero concerto diviso in quattro parti:


tutte dalla medesima esecuzione della pianista che vive con i lupi.

***

(ma questa è un'altra storia)

2 commenti:

  1. Bellissimo, nemmeno io ne conoscevo la storia, grazie. Adesso aspetto la storia della pianista.
    Buona giornata.

    RispondiElimina
  2. Un bel viaggio e una bella scoperta ci hai offerto con questo post.
    La musica, l'arte in generale, è capace di dare una voce limpida e reale a queste regioni oscure e dolorose dell'anima.
    E come mi è vicino, adesso, il tema della rinascita e della riemersione dalle tenebre.
    Grazie grazie grazie.
    (Attendo anche io la storia della pianista dei lupi)

    RispondiElimina

grazie per i commenti che lascerete :)
seppure non sempre riuscirò a rispondere personalmente a tutti, sappiate che apprezzo molto che qualcuno decida di spendere un po'; del suo tempo a farlo.
tiziana

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

shiny counter