oggi era giornata di pulizie.
pulizie di vecchie foto.
foto che tengo in una cartella dove raccolgo via via quelle che ritengo più significative, suggestive, quelle sulle quali avrei qualcosa da raccontare.
solo che poi non sempre tutto va come previsto, e accade che per mancanza di tempo, modo o voglia, alcune immagini sulle quali magari inizialmente avevo grandi -o piccoli- progetti, rimangano poi lì in attesa quel tanto di troppo che me le fa dimenticare.
e quando, magari dopo mesi, le riguardo, quel certo non so che di immediato è passato, oppure ripensandoci non mi sembra più così interessante, e insomma, per farla breve, le elimino.
decine di foto hanno avuto questo infausto destino.
scattate, riviste, aggiustate, o pasticciate... e dopo mesi cestinate.
stamani però qualcosa di diverso è scattato.
il mio cuore di dea Kali deve essere stato toccato nel punto della compassione.
tanto che ho deciso di dare loro quello che loro spettava.
il breve momento di attenzione. quel tanto che basta per ricordare la storia che hanno, per un attimo, rappresentato.
non le metterò tutte in questo post, sarebbero troppe.
ma non le eliminerò nemmeno.
qualcuna di loro sarà qui oggi. qualcun altra, forse, lo sarà prossimamente.
ma cestinate senza pietà no. non oggi almeno :)
e dunque, vediamo cosa abbiamo, e se ancora ricordo il perché e il percome:
di tutta la scena mi piaceva quella figuretta appoggiata alla ringhiera sul fondo.
da lontano non riuscivo nemmeno a capire se fosse un uomo o una donna.
stava là, guardando il mare, mentre un cane andava e veniva in un matto girotondo che andava dai suoi piedi al centro del prato.
gli ippocastani sono tardivi nel mettere le foglie.
lo fanno pigramente, a maggio inoltrato.
e non posso fare a meno di immortalare ogni anno quel verde che ritorna, e che, per i pochi giorni della rinascita, trasforma un anonimo piazzale in una bella piazza parigina.
che quando ci sente passare si mette a correre con la sua lena di tartaruga, ci raggiunge, e un po' affannata ci appoggia la testa sui piedi, e attende con fiducia finché non le accarezziamo lievemente la tenera sottile pelle che sta sull'incavo del suo vecchio collo di tartaruga.
ed ecco le foto salvate.
salvate due volte.
la prima, quando ho deciso metterle nella cartella delle promesse.
la seconda quando ho deciso di ripescarle dall'oblio cui erano destinate.
mi sento molto buona ;)
e buona domenica a voi passanti :)
Anche a me succede più o meno la stessa cosa: qualcosa mi colpisce, scatto, e penso già come tradurre la foto in pittura... poi magari passa il tempo e perdo lo slancio. E anch'io faccio ogni tanto le "pulizie", e magari così facendo riscopro che alcune emozioni ci sono ancora, e allora dipingo ciò che non ho dipinto prima!
RispondiEliminaA proposito, noto che anche tu sei un'amante delle tartarughe! Il mio Milo saluta il tuo Max... ;)
Oh, si, la fatina buona delle fotografie dimenticate :)
RispondiEliminasono felice di questo tuo proposito, e curiosa di sbirciare nella tua cartella delle promesse...
A presto dunque!
wenny
Oh come sono contenta che il tuo cuore di Kali abbia avuto compassione per il destino di queste foto. Il tuo karma ne beneficerà sicuramente :-)
RispondiEliminaLa mia preferita, ovviamente, è quella che ritrae il vecchio Max. Che bello vedere che con ogni essere vivente, anche quello apparentemente meno 'raggiungibile', si possano scambiare gesti d'affetto e di vicinanza. E' molto confortante.
Grazie, Tiziana cara, per questo tuo bellissimo post!
la prima foto mi ha fatto pensare ad alcune vetrine dei negozi dell'Andalusia... mi piace un sacco
RispondiEliminaroberta
Post bellissimo, grazie di aver condiviso tanti tasselli preziosi della tua vita....bacio. Monica
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