c'è questa bella storia letta tempo fa sul new york times, che mi va di raccontarvi, romanzandola a modo mio, in una domenica di fine luglio.
e dunque, eccoci qua.
siamo in kenia.
con noi -se ci voltiamo leggermente sulla sinistra possiamo vederli- ci sono due ragazzi che corrono.
a guardarli meglio, si direbbe piuttosto che uno stia rincorrendo l'altro.
sì, è decisamente così.
simon, il primo, veloce e leggero come una gazzella in età da marito, fa a zig zag tra la polvere e i pochi arbusti.
porta qualcosa con sé, non riesco a mettere bene a fuoco di che si tratti...
hosea, leggermente più affaticato, gli corre decisamente dietro.
del resto il fatto che gli stia gridando: - fermati, disgraziatooo! maledetto il giorno che ti ha messo sulla mia strada, ma tanto ti prendo! ah se ti prendo! fermatiiii, tu sarai la mia rovina! cane rognoso! grugno di scimmia! delinquente da quattro soldi! ah ma ti prendo sai, ti prendooooo! - è piuttosto indicativo.
fra l'altro, già leggermente in affanno come si trova, tutto quel gridare non è che lo avvantaggi, forse sarebbe meglio che corresse in concentrato silenzio.
ma lasciamo perdere queste supposizioni ragionate e torniamo sulla scena.
che mandiamo indietro di qualche giorno...
ci sono sempre due ragazzi, gli stessi.
uno è una guardia. guardia e custode di un deposito di legname.
pochi soldi, per non dire niente, una catapecchia in cui vivere e quel lavoro arrivato dal cielo come la pioggia alla fine della stagione secca.
l'altro è un ladro. ladro di legname in un certo deposito dove per i suoi gusti ne giace accumulato anche troppo.
pochi soldi, per non dire niente, una catapecchia in cui vivere, niente lavoro, e nemmeno un ciocco di legno per farsi una tazza di tè.
inquadrati? ecco, allora possiamo tornare alla nostra scena iniziale.
e riguardiamo bene i due ragazzi che corrono.
ma sì, ecco cosa tiene simon sotto un braccio!
un ciocco di legno.
un grosso pesante ciocco, che sembra però non incidere minimamente sulla sua corsa.
tanto ancora più veloce e agile continua il suo zig zag tra il niente in cui si trovano.
e dunque simon corre, scatta, dribbla.
e hosea corre, ansima, impreca.
impreca perché simon vola. va più forte del vento.
pur con quel ciocco sotto il braccio è imprendibile.
guadagna terreno su terreno, mentre hosea, che pure è veloce come una giovane zebra in orario di cena, il terreno lo perde, poco per volta.
finché infine si ferma stravolto.
le mani sulle ginocchia, a guardare quella nuvola che ormai fuori della sua portata lo prende anche in giro salutandolo con la mano libera.
questo è troppo.
riprende a sbraitare: - aaaahhhh! ma tanto ti prendo, che credi! ti ho visto, so che faccia hai! ti trovo, fosse l'ultima cosa che faccio ti trovo e ti faccio arrestareeee! ladroooo! mia rovinaaaa! delinquenteeeee!...
amen.
subito lo stesso giorno hosea inizia ad informarsi.
e in poco tempo della sua preda sa nome, provenienza, indirizzo.
ed è lì che -cambiamo scenario- adesso sta andando.
eccolo. si trova proprio davanti alla catapecchia di simon, così simile alla sua.
si guarda attorno, e poi forte delle legge dalla sua parte, bussa, impettito.
e simon apre.
si guardano.
si riconoscono.
iniziano a gridare contemporaneamente.
hosea è molto, molto arrabbiato.
simon, da parte sua, pure.
si insultano, discutono, gesticolano. poi si insultano più forte.
stanno quasi venendo alle mani, quando simon di botto si ferma e dice a hosea: - entra, che ti faccio un tè.
e hosea accetta.
si accomoda diritto all'unico tavolo sbilenco, e aspetta, mentre simon regale come un principe della savana, tira fuori due tazze sbeccate, un bricco di fortuna, due bustine di zucchero prese chissà dove, e dell'ottimo té nero, unico lusso che ama concedersi -non indaghiamo come- tutte le volte che può.
i due siedono adesso uno di fronte all'altro.
due ragazzi che si guardano, bevono tè -preparato con un pezzo del ciocco rubato- e si raccontano le vite.
così simili.
guardia e ladro, due facce della stessa medaglia.
- però, corri bene - dice a un certo punto la guardia.
- pure tu, non sei niente male - replica il ladro.
e poi, sospirando assieme: - ah, potessimo solo correre per vivere...
fine della storia.
i protagonisti:
hosea rotich, la guardia.
simon wangai, il ladro.
entrambi adesso, maratoneti.
perché è così che a volte inizia la più bella avventura.
con un ladro che fugge e una guardia che gli corre dietro.
e buona domenica.