Il canto del bosco |
Seguo, sulla franco-tedesca emittente televisiva ARTE, un programma intitolato Cuisine des terroirs.
Capisco forse il venti per cento di quello che viene detto, nonostante ciò, lo seguo con molta curiosità.
Si tratta di una serie di documentari molto brevi, nei quali, girando in lungo e in largo per l'Europa, ci si sofferma di volta in volta su un territorio molto circoscritto, un piccolo angolo di mondo, un microcosmo.
E lo si fa entrando nelle cucine di chi ci vive.
Mi piace tanto il fatto che quelle scelte si trovino in semplici case di gente normale, dove vengono cucinati per le telecamere piatti locali, molto spesso inerenti al periodo stagionale nel quale ci si trova. Attraverso i piatti e la storia delle persone che li cucinano, si esce poi dalla casa, per descrivere il paesaggio che le sta attorno e le sue tradizioni.
Questo preambolo, per dire che uno dei documentari che più mi ha colpito (tanto che l'ho poi rivisto anche in replica) entrava nelle case degli abitanti di uno sperduto villaggio del Canton d'Uri.
Gwuest, è il nome del villaggio, si trova nel cuore delle Alpi svizzere, ed è abitato da non più di trenta persone. In inverno, l'unica strada che conduce a valle, rimane interrotta per mesi. Il solo mezzo che riesce a percorrerla è una specie di motoslitta con una cabina chiusa, che viene però utilizzata solo in casi strettamente necessari.
Gli abitanti dunque sono, da tempi remoti, abituati a vivere, in quei lunghi mesi, della loro autoproduzione: ciò che hanno coltivato e immagazzinato durante la buona stagione, diviene il cibo del loro inverno.
Così come anche sono abituati a spostarsi con sci e racchette.
E la vita nel villaggio scorre semplice ed essenziale, in perenne armonia con le stagioni e quello che offrono. Anche quando si tratta del costante pericolo di valanghe, che sono continuamente monitorate dagli abitanti.
I bambini di Gwuest frequentano i primi anni scolastici al villaggio, dove la maestra, che è anche una zia, e che da sempre si è occupata di questo, fa loro lezione. Quando saranno più grandi, per proseguire gli studi dovranno scendere a valle, e trascorrere lì gli inverni.
E così, Gwuest, si svuota ulteriormente.
Ma non c'è clima di tristezza fra le case e fra la gente.
La grande cooperazione, la vita in mezzo a quelle meraviglie naturali fatte da vette, boschi, prati nevosi, la piena accettazione di quello stato di cose, fanno sì che l'inverno trascorra in armonia, fra brevi lavori nella stalla o all'aperto, lunghe camminate sugli sci, pranzi o cene tutti assieme.
Nel fine settimana poi i ragazzi tornano. A volte con qualche ospite fatto di amici o parenti che non vivono più al villaggio.
Per ripartire la domenica pomeriggio, ben prima che il sole cali.
Ed è proprio qui che io volevo arrivare.
Perché oggi è domenica.
Siamo nel pieno dell'inverno.
E proprio a quest'ora a Gwuest, le famiglie salutano i figli che tornano a valle.
C'è silenzio tutto attorno, sulle vette e nei boschi. La giornata splende di sole e di neve.
I ragazzi sugli sci baciano chi rimane, e lentamente si avviano sulla pista che li porterà a valle.
Senza tristezza. Pensando che dopo pochi giorni torneranno. E che, chi rimane, ha cura di custodire anche per loro quell'angolo di intatta bellezza.
Proprio ora. Adesso.
Un ultimo cenno con la mano.
E sono spariti dietro alla curva.
Le famiglie, i fratelli più piccoli, i nonni, rimangono un po' a guardare.
Dopodiché ognuno torna alle sue attività.
Mentre dai boschi inizia a salire la sera.
Sembrano le immagini di un film, vero?
Il racconto di un mondo impossibile.
Eppure a Gwuest è proprio così che vanno le cose.
Per questo ho voluto raccontarvele.
Scegliendo di farlo proprio nel momento in cui accadono.
***
È talmente piccolo e poco importante il villaggio di Gwuest che non sono riuscita a trovare nessuna immagine on line. Ho lasciato dunque che a rappresentarlo fosse un mio dipinto che in qualche modo ricorda quelle atmosfere.
Questo invece è il link di ARTE relativo a Cuisine des terroirs.
Temo non sia più disponibile la puntata relativa a Gwuest, ma chissà, forse un giorno la ridaranno, o magari sapendo cercare bene... E comunque ce ne sono molte altre, sempre interessanti, da vedere.
Che straordinaria capacità hai di dar vita a un mondo. Non solo con i colori ma anche attraverso le parole.
RispondiEliminaQui nel mio studio mi pare di vedere, fuori dalla finestra, la scena che hai appena descritto così mirabilmente.
E che bella questa sobrietà di costumi, questa semplicità quotidiana, questo senso non oppressivo ma solidale di appartenere ad una comunità.
Quanto ci manca!
Grazie infinite!
Quel canale lo avevo visto anch'io qualche volta, in una casa in cui vado ogni tanto e che ha il satellite. Che bello, ora posso avere il link!
RispondiEliminaChe meraviglia questp Guwest...esattamente il luogo in cui sogno di vievere...Chissà, un giorno, forse....:)
Wow! Anch'io avevo trovato quel canale tempo fa ma ora non ho più il satellite...ora però ho il link!:)
RispondiEliminaFantastico Guwest, esattamente il luogo in cui vorrei vivere! Chissà...un giorno, forse :)
Il tuo racconto mi ha riempito di tenerezza e di calore, in questa fredda sera, dopo una giornata in cui l'inverno ha dato il meglio di sé.
RispondiEliminaIl pensiero che nel mondo ci siano tanti minuscoli "villaggi di Gwuest" è una delle certezze più belle in cui amo crogiolarmi. Soprattutto in tempi come questi (e non parlo del clima atmosferico, naturalmente).
Grazie.
Tiziana, sei sempre una scoperta. Pensa che io guardo Arte ( qui,in Belgio è programmata normalmente insieme ai canali nazionali) ma non ho mai visto la serie di cui tu parli. Rimedio subito e ti ringrazio di insegnarmi ad aprire gli occhi sul mondo. IL tuo dipinto evoca benissimo l'atmosfera di Gwuest
RispondiEliminaOOoh ma che meraviglia!
RispondiEliminaIo che sono cresciuta vicino alle montagne e che ora abito in un Paese piatto (UK), non posso che avere nostalgia di tutta la magia che c'e' nel tuo post - la montagna, la neve, la solitudine, il focolare...
Tiziana, come spesso ti scrivo, scoprire nuove realtà attraverso i tuoi occhi ( e le tue segnalazioni) è sempre bello e appagante.....di certo non sono fra coloro che amerebbero vivere lì (già ti ho raccontato del mio rapporto con la montagna), ma devo dire che le tue parole, insieme alla visione del link da te proposto (simpaticissima l'introduzione), mi ha affascinato! Che dire poi del tuo bosco....riesco a "sentire" la voce ovattata del suo canto...bacio cara e buona settimana! Monica
RispondiEliminaCi sono storie e realtà davvero affascinanti.
RispondiEliminaE sempre affascinanti sono le tue illustrazioni!
Brava come siemmmmpre!!!
Buona settimana, ciao
xxx
e°*°
Cara Tiziana, grazie per aver condiviso con noi queste informazioni sul villaggio di Gwuest.
RispondiEliminaSai tempo fa ho visto un film su un villaggio di montagna molto simile a questo. Il risveglio primaverile era meraviglioso. Un film davvero ben fatto! Una famiglia francese che produceva formaggio si trasferì in quel villaggio. Ci furono subito grandi festeggiamenti anche perchè la famiglia aveva due bambini piccoli, gli unici bambini del posto. Purtroppo però col tempo la gente divenne invidiosa di questa giovane famiglia e della sua produzione di formaggio. Così alla fine la famiglia fu costretta a ritornare in Francia. :(
Un film che mi ha fatto riflettere molto e mi è rimasto nel cuore, l'avevano trasmesso su CULT. Con questo tuo racconto me l'hai fatto ricordare. :)
un caro abbraccio
Bellissimo link! Grazie! E poi mi piace molto potermi riguardare come e quando voglio i singoli programmi che mi interessano direttamente dai siti delle varie reti, senza il vincolo dell'orario.
RispondiEliminaIo guardo pochissimo la tv (per non dire niente, proprio non mi piace), tranne EuroNews e ARTE, e di Arte mi piace moltissimo Cuisine des terroirs, la guardo spesso,non ho visto l'episodio di cui parli ma é bellissima come trasmissione e fa conoscere borghi sperduti pieni di magia :-)
RispondiEliminaTiziana, i tuoi dipinti sono STUPENDI, proprio il mio stile, tutti colorati!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!Sono un'aspirante scrittrice, sinceramente darei il mio braccio destro per condividere un progetto con te!!Vieni a trovarmi a casa se ti va, http://lacasadilunablu.blogspot.com, o a leggere la mia storia a puntate su http://lestoriedilunablu.blogspot.com. Se quello che vedi ti ispira...qualcosa per te lo scriverei TANTO VOLENTIERI!
RispondiEliminaps ti ho scoperto grazie a Mugs 4 two.
Strano : devo avere in folletto dei commenti che mi perseguita. Te ne avevo lasciato uno su questo post ma vedo che è sparito.Ti dicevo solo che grazie a te ho riscoperto le trasmissioni di Arte che qui vengono trasmese con i canali ordinari .Che vuoi? Mica siamo nel'Italia di Mediaset !
RispondiEliminaAncora grazie
Riesci sempre a vedere quello che noi non vediamo, a immaginare le storie delle persone che restano nascoste ai più... e per questo sei così affascinata da questo paese sperduto nei monti, perché ancora più nascoste e silenziose sono le sue storie! Aggiungo che letteralmente ADORO il dipinto che hai messo per illustrare il tuo post... bello, bello, bello! Un bacio!
RispondiEliminagrazia: eh, purtroppo il folletto ero io! e la cosa peggiore è che avevo agito a mia insaputa. il bello è che mi chiedevo anche il perché non avessi più ricevuto nemmeno un commento ;)
RispondiEliminami pareva strano, anche se poi per via della febbre ho staccato la spina anche dei pensieri.
comunque adesso mi pare sia tutto risolto.
per tutte: grazie davvero! appena riesco a stare un po' più on line torno a trovarvi nelle vostre casine.
e scusate ancora la mia sbadataggine :)