sabato 16 ottobre 2010

435 - sui sentieri

oggi qui ci vogliono gli scarponi.
e la fatica delle salite.
mentre il fiato si fa corto e il sudore bagna ogni strato di abiti indossato.
e se poi piove... se poi piove ve lo faccio dire da lui:
"... quasi sempre, durante la vacanza, veniva la pioggia; una pioggia sottile e continua che del cielo, del paese, del bosco, di lui, di tutto, insomma, faceva un'unica malinconica cosa. la sentiva arrivare nella notte, battere sui tetti d'ardesia, gorgogliare nelle grondaie di legno; allora si lasciava invadere da una sottile dolcezza che lo distoglieva. gli sembrava di essere anche lui terra di bosco, humus che la pioggia fecondava. ma al mattino usciva ugualmente: metteva un leggero impermeabile di gomma, i pantaloni di nailon e gli stivali. dentro sudava, ma tra il bosco gocciolante era come essere immersi in un verde-bruno fondo marino..." (M.R.Stern - Ferie d'Ottobre - Uomini, boschi e api)

mi chiedo spesso come mai, una creatura marina come me (e chi ha letto Ninablu sa quanto io sia marina...), si possa sentire bene in alta montagna. pacificata. a casa.
ricollegandomi al verde-bruno fondo marino di Mario il camminatore, mi viene in mente qualcosa che ho approfondito tramite la lettura di un opuscolo trovato proprio durante questo viaggio. una di quelle cose sentite già altre volte, sulle quali non mi ero mai soffermata più di tanto, ma che lì, improvvisamente, ha preso la forma di una sorprendente consapevolezza: io mi sento bene lì, perché noi, io e quelle rocce, veniamo dal mare. siamo fatte di mare.
la genesi di quelle torri, di quei crepacci, di qui canaloni, inizia infatti proprio da sale e conchiglie. che duecentocinquantamilioni di anni fa, nel tempo chiamato triassico, vivevano assieme ad alghe e pesci in mari caldi e poco profondi. un ambiente che oggi ritroviamo identico nelle barriere coralline. e che lo scontro con la placca africana, fece emergere e innalzare fin oltre tremila metri.
e allora, forse è questo, penso.
e mi viene in mente una minuscola conchiglia trovata anni fa proprio in un canalone. magari poi non c'entra niente, e l'aveva persa qualcuno di passaggio. ma quella conchiglia l'avevo tenuta in mano tutto il tempo di quella lunga escursione. e alla fine non avevo resistito, non avevo potuto lasciarla, e ancora oggi è in una scatolina assieme ad altri ritrovamenti preziosamente inutili.
allora forse è questo, è proprio questo che mi fa sentire così bene, quando mi trovo lassù.
è che quella, forse, è la mia perfezione.
creature marine a tremila metri d'altezza.
la prossima volta voglio accostare l'orecchio alle rocce: secondo me sento il mare.

bene.
ora mettete gli scarponi con i quali avevo iniziato in cima alla pagina.
e lasciatevi guidare da pitagora, custode di tutte le segnaletiche.
buona passeggiata.
e buon sabato.













(continua)

11 commenti:

  1. grazie...........


    galadriel_68

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  2. L'ombra di quelle felci sul sasso in effetti richiama proprio alla mente un "prato" di alghe marine... Anch'io mi sono chiesta spesso perché quando vado a camminare in montagna provo questa strana, particolare sensazione di tornare a casa... forse perché in un'altra vita ero uno stambecco? Fammi sapere poi se senti il mare nelle rocce... Un abbraccio!

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  3. Che bella la tua immagine, e quanto profonda: una creatura marina che a 3000 metri di altezza trova la sua pace e la sua più alta perfezione. Mi pare una metafora precisa della complessità e della bella armonia di opposti che si riscontra sempre - solo che ci si voglia fare attenzione - nella vita.

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  4. Riconosco quella bellezza e la trasparenza di quell'aria, e la amo tantissimo. Oggi anche per me scarponi, e raccolta di castagne :)
    roberta

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  5. Una voce fuori dal coro....mi sento un po' così quando parlo con persone che amano la montagna "da vivere", perchè io no, non la amo e per ragioni che, forse, sono legate a qualcosa di ancestrale. Devo ammettere però, che leggere le tue parole, i tuoi racconti, mi fa nascere la voglia di rivedere la mia posizione, con la precisa condizione che Tu sia "il mio spirito guida"! Ti abbraccio cara Tiziana e sempre grazie per il tuo sguardo profondo...

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  6. Bellissime fotografie!io ho sempre amato la montagna, perchè sono nata circondata da montagne, nei momenti in cui ho dovuto abitare senza l' abbraccio delle montagne non mi sentivo bene, ho bisogno del loro limite che regola lo sguardo.La piccola conchiglia che hai troavto é un tesoro preziosissimo :-)

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  7. mi manchi randagia

    un bacio

    dede

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  8. galadriel: grazie a te per venirmi sempre a trovare.

    cristina: ma se poi lo sento sarà per davvero per tutti questi poetici motivi o perché il gestore del rifugio mi ha offerto un grappino? ;) grazie e un abbraccio a te :)

    duck: grazie cara per la bella riflessione :)

    roberta: montanara anche tu? un bacio cara!

    monica: il tuo spirito guida (guarda che poi ti faccio sbagliare strada eh! ;) ti avverto: io la sbaglio circa dieci volte al giorno) ti dice che il mare ha pure il suo enorme enormissimo bel perché. un bacio e grazie anche a te!

    daniela: il loro limite che regola lo sguardo è un'immagine bellissima e di grande significato. molto spesso, questo viene proprio sentito come un "limite". ma può appunto essere anche un abbraccio, una protezione. si può addirittura cercare di leggere delle frasi sull'orlo, come fa il poeta zanzotto. grazie per la visita, a presto!

    denise: thank you my dear!

    dede: dedeeeee! per poco non cascavo dalla sedia. già solo leggere randagia mi ha talmente ingiuggiolito che quasi mi sono quasi addomesticata (per almeno cinque minuti;)))! e poi anche tu mi manchi tanto! e sapessi come mi vesto. signora mia, come mi vesto!!!
    un bacio grande e ogni tanto torna, che ti aspetto!

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  9. Che passeggiata meravigliosa...

    wenny

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  10. e tu mi hai fatto buona compagnia, wennycara... grazie :)

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grazie per i commenti che lascerete :)
seppure non sempre riuscirò a rispondere personalmente a tutti, sappiate che apprezzo molto che qualcuno decida di spendere un po'; del suo tempo a farlo.
tiziana

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